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Cascina-1-3
 
San Siro.
Nel XIX secolo San Siro era un piccolo paese attorno alla chiesetta, circondato dai campi e lambito dal fiume Olona (Vepra), che provocava talvolta rovinose alluvioni: nelle vicinanze scorrevano anche il torrente Mussa ed i fontanili Colombara e San Siro, quest’ultimo aveva la testa di fonte proprio qui. Si hanno notizie dell’oratorio di un convento benedettino di antica fondazione (IX secolo), in un territorio ricco di boschi e risorgive.
I milanesi vi ebbero rifugio dopo la sconfitta con il Barbarossa (XII secolo); i Torriani vi tenevano la propria corte per le bandite di caccia (XIII secolo). Nel 1456 la chiesa di San Siro fu riedificata in stile lombardo e nel 1522 restaurata; nel 1581, passata sotto la giurisdizione di San Pietro in Sala, fu incorporata in abitazioni civili e destinata ad uso privato; infine nel XVII secolo fu parzialmente demolita per addossarvi villa Pecchio.
L’oratorio mutilato, dopo alterne vicende che lo tolsero dal culto, nel 1931 fu restaurato, inserito nella Villa Fossati e restituito alla pietà popolare. Nel 1944 la villa fu requisita dalla famigerata banda Koch; dal 1946 è la sede di un’opera religiosa. La parte absidale è l’unica testimonianza del vecchio borgo.
La vecchia via per San Siro, sul lato sinistro del vecchio corso dell’Olona, da San Pietro in Sala, passava per le cascine Bulgarona e Valsorda; nei campi circostanti erano presenti le cascine Gaggiolo e Portello e il Molino Pisano, tutti demoliti.
Il quartiere si è espanso tra i padiglioni della Fiera e del Portello (sull’area degli ex
stabilimenti ALFA-Romeo) e i moderni palazzi per uffici (nelle aree degli ex stabilimenti Isotta-Fraschini, Siemens, Alemagna e Ramazzotti).
Da un articolo di Marco A. Righini, pubblicato su “Pagine Botaniche” (2001)
Al tempo dell’Unità d’Italia San Siro era un borgo immerso nelle coltivazioni di boiocchi”, specie di rapa lunga e bianca, da qui l’appellativo per i suoi abitanti di “boioccatt”.
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