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Cascina Linterno – Via Fratelli Zoia 182-184-186-190 e 194 – Cassina Linterna
 
 
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  3. redigio.it⁄dati2008⁄QGLG764-cascina-Linterna.mp3 - La Cassina Linterno - pt01 -
  4. redigio.it⁄dati2008⁄QGLG765-cascina-Linterna.mp3 - La Cassina Linterno - pt02 -
  5. redigio.it⁄dati2008⁄QGLG766-cascina-Linterna.mp3 - La Cassina Linterno - pt03 -
 
Cascina Linterno non è una delle tante cascine in stato d’abbandono: è un monumento storico tutelato dal Ministero dei Beni Culturali, sopravvissuto miracolosamente all'invasione di cemento del dopoguerra insieme al suo prezioso territorio agricolo, di cui si hanno le prime notizie documentate in una pergamena, la «Carta Investiture» del 1154, conservata nella Canonica di Sant'Ambrogio.
In questo atto notarile, «Infernum» (come si chiamò Cascina Linterno sino al XVI secolo) ed il suo territorio hanno come proprietari fondiari la nobile famiglia «de Marliano» di legge longobarda.
Questa la sintesi della «Carta Investiture» del 1154: «Garicianus» detto «de Marliano», investe Alberto, prete e preposto della chiesa di Sant’Ambrogio, e la chiesa stessa, rappresentati da Domenico detto «Abbas» di Milano, dell'accesso che, passando per il prato del detto «Garicianus» situato in località «ad Infernum», giunge ai prati di proprietà della chiesa di Sant’Ambrogio. «Garicianus» promette inoltre alla detta chiesa, sempre
rappresentata da Domenico, di difendere tale accesso e di non impedirlo mai in alcun modo, e riceve in cambio dalla chiesa otto soldi di buoni denari milanesi d'argento.
Disposta sulla «via longa» (l’attuale via Fratelli Zoia), una probabile diramazione della “via Francigena”, quasi mille anni fa «Infernum» era una grangia, insediamento rurale fortificato con torre di vedetta, di cui sono state trovate le fondamenta, e luogo di ospitalità all’epoca dei pellegrinaggi in Terrasanta, tenuto da una comunità monastica, verosimilmente legata ai frati templari per la sua dipendenza dall'hospitale de Sancto Iacopo ad Ristocchanum (San Giacomo al Ristocano). Di questo hospitale, situato nell’attuale Via del Molinazzo resta una chiesa dalle linee romaniche, attualmente sconsacrata.
La probabile presenza di fratres templari nella grangia «Infernum» - a cui risalirebbero le colonne gemelle e le prime incisioni delle croci patriarcali sui capitelli palmati romanici - è suffragata da un documento testimoniale dove vengono menzionate Cascina Barocco,“cassina de Baldarocho que est ecclesie Sancti Iacobi ad Ristocchanum” assieme alla “cassina de Infernum" (Linterno) e alle “cassine de le Done Bianche e Moreto” (la scomparsa Moretto).
La «Carta renuntiationis», una pergamena del settembre 1153, sancisce che i «fratres spetalieri» dell’hospitale de Sancto Iacopo ad Ristocchanum «…rinunciano ogni ragione del loro spitale…» ai canonici di Sant’Ambrogio: e così «Infernum» prese un’altro destino.
Tutelata dalla famiglia de Marliano (il «Garicianus de Marliano» della «Carta Investiture» del 1154 potrebbe essere all’origine della località «Garignano») questa grangia, in stile molto simile alle dimore d’Oltralpe, conobbe un periodo di grande splendore anche dopo la soppressione dell’Ordine del Tempio (1312).
Un’antichissima tradizione la lega indissolubilmente a Francesco Petrarca. Linterno era la sua residenza di campagna, la “deliziosa solitudine” come amava definirla, dove amava rifugiarsi per sfuggire alla già allora caotica vita cittadina.
Così Temistocle Solera nel 1837 descrisse Cascina Linterno in merito al soggiorno petrarchesco.
“… Vivendo il Petrarca in mezzo alla splendida corte dei Visconti, che gli prodigavano infinite grazie, eleggendolo spesso ambasciatore a varie Potenze, ed onorato continuamente dallo stesso imperatore Carlo IV che gli conferì il diploma di Conte Palatino, vivamente sentiva il desiderio della solitudine, la quale vagheggiò sempre in cuore per tutta l’affaticata sua vita: talchè a fruire alquanto la dolcezza della quiete campestre, che non ha diletto se non pei cuori sensibili, scelse un luogo remotissimo, detto Linterno.
Giace questa villetta sulla sinistra riva dell’Olona, poco più d’una lega distante dalla città, e vicinissima alla Certosa di Garegnano.
Anche oggidì va questo sito glorioso fra i suoi dintorni per una festa che si celebra ogni anno il 15 di agosto; e ben crediamo essere questa una continuazione dell’indulgenza plenaria in forma di giubileo accordata dal Sommo Pontefice all’oratorio eretto dal Petrarca; quello per lo appunto che unito alla celebre casa presentasi qui disegnato.
Ottimamente poi appariranno le delizie che allettavano il dolcissimo poeta in quest’umile villaggio dalle seguenti sue parole: “Secondo il costume di coloro che, al dir di Seneca, pensano alle singole parti della vita e non al tutto, pel tempo d’estate ho preso una casa di campagna assai deliziosa presso Milano, ove l’aria è purissima, ed ora dove mi trovo. Essa è lontana dalla città solo tremila passi; s’erge in mezzo ad una pianura; è cinta d’ogni intorno da fonti non uguali, per vero dire, a quelli della transalpina nostra selva, ma piccoli e lucidi, e così intrecciati tra loro che appena si può comprendere donde vengano e donde vadano; così si uniscono, così si separano, così si affrontano sé medesimi, che diresti che un nuovo Meandro scherzi qui fra rive oblique.
Meno in questa villa l’ordinaria mia vita; se non che vi sono ancora più libero e più lontano dalle noje della città; e la farei da sfaccendato se narrar ti volessi di quanti agresti piaceri io abbondi, e quali poma dagli alberi, quali fioretti dai prati, quali piccoli pesci dai fonti, quali anitre dalle paludi, mi rechino a gara gli umili miei vicini …”
Parole splendide, significative, che illustrano le straordinarie caratteristiche ambientali del territorio di Cascina Linterno.
Alcuni aspetti, descritti da Petrarca in questa lettera all’amico Arcivescovo di Genova Guido Sette, ancor oggi si possono facilmente osservare passeggiando lungo le stradine campestri che costeggiano le aree agricole, perfettamente coltivate, e facenti integralmente parte del Parco delle Cave. I “fonti piccoli e lucidi che appena si può comprendere donde vengano e donde vadano” sono indubbiamente i fontanili, di cui il comprensorio di Linterno è sempre stato ricco; la lettera del Petrarca costituisce quindi una impareggiabile descrizione del paesaggio agreste dell’antico contado milanese con la agricoltura, i boschi, la ricca selvaggina, la rete irrigua e le razionali chiuse (“così si uniscono, così si separano, così si affrontano sé medesimi”) per il controllo delle acque sorgive.
Segni del paesaggio ed elementi strutturali un tempo molto comuni nel contado di Milano ma oggi riscontrabili solamente a Cascina Linterno; vero e proprio “museo etnografico vivente” della Civiltà Contadina.
Non tutti gli studiosi però, soprattutto a partire da metà ‘800, concordano nell’indicare Cascina Linterno come il luogo della “deliziosa Solitudine” del Petrarca ma recenti ed approfondite ricerche, compiute dagli “Amici della Linterno”, hanno però verificata l’autenticità di questa tradizione con documentazioni originali, tra cui:
- la lettera al Moggio di Parma "Papiae 20 Juni ad vesperam raptim", conservata alla Biblioteca Laurenziana di Firenze, dove è chiaramente leggibile "…aliquot dies abitur tranquillos rure acturus etimologiam tibi committo ego quidem INFERNUM dicere soleo…"
- Un incunabolo conservato all'Archivio Trivulziano di Milano, realizzato nel 1473 in occasione del primo centenario della morte di Petrarca, il «Canzoniere, Trionfi, Memorabilia de Laura» nella sezione «Vita di Petrarca» di Antonio da Tempo, dà un preciso riferimento a «Infernum» (Linterno) quale residenza principale del poeta a Milano: «…per la maggior parte hebbe la sua habitatione in villa lungo da la città miglia IV, a uno luoco ditto Inferno:
dove la casa dallui assai moderatamente edificata anchora si vede…».
Queste coordinate geografiche sono state riprese anche in altri incunaboli successivi: nel «Canzoniere, sez.Vita di Petrarca» di Leonardo Bruni (1474, Arch. Trivulziano) e nei «Trionfi, Canzoniere» commentati da Bernardo Lapini, Francesco Filelfo e Girolamo Squarzafico (1484, Venezia). Documenti importanti perché non si conoscono altre «Infernum» nel milanese (è nota solo una cascina «Invernum» nel lodigiano, ma a trenta chilometri da Milano) e soprattutto perché Cascina Linterno si trova nei pressi del borgo di Quarto Cagnino che, come testimonia il nome stesso, era situato a quattro miglia da Milano.
Una tradizione, dunque, che si è consolidata già nel primo secolo dalla morte del Poeta e che doveva avere certezze storiche per continuare ad essere tramandata nei secoli.
A
Secondo autorevoli studiosi sembrerebbe che l’etimologia della parola «Linternum» risalga proprio al Sommo Poeta che così volle chiamarla per ricordare l’omonima casa appartenuta a Scipione l'Africano e di cui Petrarca descrisse le eroiche gesta nel poema «Africa».
La pergamena del 1154, emersa dalla Biblioteca della Canonica di Sant’Ambrogio nel corso d’approfondite ricerche storiche compiute dalla Scuola Benedetto Marcello, ha però permesso di appurare che la località “ad infernum” già esisteva ben due secoli prima del soggiorno petrarchesco.
Nel 1346 il Porro Lambertenghi, nei celebri “Statuti delle acque e delle strade del Contado di Milano”, menziona la “Cassina de Inferno” e le vicine “Cassina Badarhoco” e la “Cassina de le Done Bianche e Moreto” nell’elenco delle località all’epoca incontrate lungo la “… strata de Bagio comenzando al ponte dela Preda overo al cornise el quale se va al locho de Bagio”.
Grazie a queste recenti scoperte si potrebbe quindi ipotizzare che il Petrarca scelse questo “remotissimo posto” incuriosito dall’insolito nome che gli ricordava l’amata “solitudine” di Scipione l’Africano, a Villa Literno, in Campania.
Si tratta ovviamente di ipotesi, ma che riteniamo di estremo interesse e meritorio di ulteriori approfondimenti.
Verso il 1400, la cascina venne ampliata e nei due secoli successivi vengono costruite le stalle ed i porticati prendendo così la forma di “corte chiusa” tipica delle cascine lombarde.
Nella «Mappa della Pieve di Cesano» realizzata nel 1574, in occasione della visita pastorale di San Carlo Borromeo, si vede con chiarezza la raffigurazione di Cassina de' Inferno fortificata con torre di guardia.
Nella mappa della città di Milano redatta dall’ing. Giovanni Battista Clerici (Claricio) nel 1659 la cascina è identificata col nome “Inferna”.
Nella mappa del Catasto Teresiano del 1722 la cascina invece è chiamata “Cassina Interna” e appartiene al “Territorio di Sellanuova, Pieve di Cesano Boscone”.
L’appartenenza al Comune di Sellanuova era ratificato dal cartello identificatore posto sul muro esterno in Via Fratelli Zoia sotto la lanterna del gas.
Anticamente, data la vicinanza alla Strada Vercellese (Via Novara) e quindi interessata al passaggio di convogli militari e commerciali per il Piemonte e la Francia, era adibita ad osteria con locanda e ricovero dei cavalli (sino agli anni 50 sul muro esterno che si affaccia sulla via era scritto “Osteria del Petrarca”.
Nel corso degli anni si andarono aggiungendo attorno al nucleo centrale altre costruzioni facendo diventare la Cascina Linterno un borgo agricolo.
In un censimento del 1770 i proprietari sono due: la Famiglia Acquani e quella dei Conti Cavenago, questi ultimi avevano anche vaste proprietà nel vicino Borgo di Quarto Cagnino.
Nel 1880 i Conti Cavenago cedettero tutto, Linterno compresa, ai signori Cotta.
Il grande incisore Giovanni Migliara realizzò nel 1819 una splendida veduta della “Solitudine di Linterno” di Francesco Petrarca, conservata nel fondo “preziosi” della Civica Raccolta di Stampe “Achille Bertarelli”, al Castello Sforzesco di Milano.
La vista ottocentesca è molto fedele; alcuni particolari coincidono alla perfezione con la situazione attuale. Sono, infatti, ben visibili le due colonne sorreggenti il porticato
prospiciente l’aia, la chiesetta, il piccolo campanile a vela. Una vera e propria “fotografia”, un’opera di fondamentale importanza per lo studio dell’evoluzione architettonica di questo antico e tanto significativo luogo.
Nel 1853 Enrico Venegoni e successivamente nel 1868 la Società di Archeologia e Belle Arti fece apporre due lapidi in pietra (ora scomparse) a testimonianza della permanenza in luogo di Francesco Petrarca.
Anche la piccola chiesetta fu arricchita d’altri dipinti a carattere religioso che andarono ad aggiungersi alla pala d’altare della scuola lombarda del Seicento e raffigurante L’Assunzione di Maria, cui la chiesetta è dedicata.
 
Al suo interno, oltre alla Pala d’altare si potevano ammirare anche alcune statue di pregevole fattura, la balaustra di marmo rosso, l’altare di legno finemente intarsiato, archi affrescati a frosoni ed una poltrona che, nella tradizione, sarebbe appartenuta al Petrarca.
Quando la Linterno era di proprietà dei signori Bellini-Lucini, fu visitata da Achille Ratti, prefetto della Biblioteca Ambrosiana e futuro Papa Pio XI, ed anche in quell’occasione una lapide di marmo scuro fu posta a ricordare l’avvenimento.
Ancora oggi è rimasta, nella nicchia a destra dell’altare, una statua in cartongesso raffigurante l’Ecce homo con il mantello strappato, il corpo insanguinato e la testa cinta da una corona di spine.
La leggenda vuole che se la statua fosse asportata dalla cascina accadrebbe il “finimondo”.
Il piccolo campanile a vela che sormonta la chiesetta non è più agibile per le lesioni strutturali, per cui le due antiche campane hanno dovuto essere ricoverate all'interno.
Queste campane servivano, oltre che per fini religiosi, ad avvisare i contadini dell’inizio, della pausa meridiana e della fine della giornata lavorativa.
La campana più piccola, datata 1753, chiamata “la campana de la tempesta”, ha una leggenda suggestiva, anch’essa tipica del mondo contadino: ha il potere di allontanare dalla zona le grandinate ed i temporali più brutti, però deve essere suonata, possibilmente da un bambino o da una bambina, con sufficiente anticipo in direzione del fortunale.
Dal 1924 al 1941 alla cascina Linterno venivano dai paesi vicini e da ogni zona di Milano i disperati, gli sfiduciati dei medici, la gente semplice, tutti erano accolti da Don Giuseppe Gervasini, un energico prete dalle maniere forse un poco rudi ma dal cuore d’oro.
Aveva fama di guaritore; il suo nome non dice molto a chi non lo ha conosciuto, anche se la sua fama miracolistica aveva inquietato molto la curia milanese, la gente lo conosceva di più come “el Pret de Ratanà”.
Fino alla fine del 2002 Cascina Linterno manteneva ancora la sua attività agricola e quasi tutti i suoi ettari di terra, tra cui anche due quadri di marcite in funzione.
La caratteristica peculiare della zona è la ricchezza d’acqua: infatti attualmente ci sono 4 laghetti (ex cave di sabbia) che stanno formando uno dei più bei parchi di Milano: il Parco delle Cave. In anni recenti, il terreno di pertinenza della cascina, 35 ettari, era attraversato da ben otto fontanili sapientemente regolamentati i cui alvei, ora purtroppo asciutti, esistono ancora.
In fondo al giardino, a sud della cascina, dove il fontanile Marcione attraversa la Via F.lli Zoia, c’era un posto chiamato “la conserva” perché lì si trovava la ghiacciaia “nevera”: un manufatto cilindrico seminterrato, costruito in mattoni, coperto a cupola, a sua volta rivestito di terra, erba e fascine per garantire la massima coibenza. La si riempiva di ghiaccio e di neve durante l’inverno, così da garantire anche nel corso dell’estate la conservazione dei prodotti deperibili: salumi, formaggi, burro, ecc.
La ghiacciaia è stata distrutta da un bombardamento nella seconda guerra mondiale, al suo posto si era formato un cratere di dieci metri di diametro e profondo circa cinque.
Sebbene l’attività agricola sia la principale, nel Borgo Linterno ci sono abitazioni per circa 60 persone.
Affittuari della cascina Linterno sono stati i Bossi, di cui uno coltivava il terreno ad ortaglia, poi dal 1950 sono subentrati gli Zamboni.
Inoltre, a Linterno, c’erano altre due aziende agricole: quella dei Proverbio (ora dismessa) e quella dei Bianchi (ancora in funzione) e tre famiglie di cavallanti: Giovanni Bianchi, Carlo Bianchi e Mario Romagnoni, “caretù” che lavoravano in proprio effettuando trasporti di sabbia e ghiaia nei vari cantieri edili sorti per la ricostruzione di Milano.
Nel 1992 la nuova proprietà presentò un progetto di recupero che stravolgeva completamente la funzione agricola della Linterno, trasformandola in un condominio di lusso, ma associazioni di cittadini riuscirono a convincere, nel 1994, l’amministrazione comunale a sospendere il progetto.
 
Allo stato attuale gran parte della Cascina Linterno è in triste abbandono, manca la naturale attività agricola dal novembre 2002 a seguito dello sfratto esecutivo ricevuto dall’agricoltore dall’allora proprietà.
Grazie ad un accordo del dicembre 2005, la Chiesetta ed alcuni locali sono stati riassegnati in comodato precario all’Associazione Amici Cascina Linterno che dal 1994 si batte per la sua salvezza. E’ stato così possibile riaprire in tempo per la celebrazione della Santa Messa Natalizia, appuntamento molto sentito dalla gente, soprattutto da parte di chi alla Linterno ha trascorso la propria infanzia.
Il complesso dovrebbe diventare di proprietà comunale ma le condizioni statiche sono però molto preoccupanti; se non vengono adottati per tempo gli indispensabili interventi manutentivi, le già fragili strutture potrebbero cedere rovinosamente sotto l’incalzante assedio da parte delle intemperie compromettendo così seriamente la sua ricostruzione nel pieno rispetto dell’alto valore storico ed architettonico.
Fondati timori invece per il destino globale dell’immobile in quanto non è minimamente scontato che la funzione agricola venga di nuovo instaurata.
La gente, le Associazioni ed i Soci dell’Associazione promettono già da ora battaglia affinché nella destinazione urbanistica della Cascina venga mantenuta la funzione agricola; condizione irrinunciabile per il definitivo rilancio e che permetterebbe il quanto mai auspicato
ricongiungimento di Cascina Linterno con le sue aree coltivate già contemplate nel Parco delle Cave e poste sotto tutela dal Parco Agricolo Sud Milano per l’alta valenza agricola e paesaggistica.
I tempi sembrano finalmente maturi.
Linterno era un Luogo di Vita; teatro di straordinarie vicende storiche ed umane.
Ora però la parte agricola è ancora in triste abbandono, in balìa delle intemperie ed al degrado più opprimente. Qualche passo avanti è stato fatto, ma la strada verso il definitivo rilancio è ancora lunga e tortuosa.
 
 
 
cascine-16-1-1.pdf - Santa Messa Natalizia nella Chiesetta riaperta dopo tre anni di totale e colpevole abbandono. Questo Luogo tanto significativo venne praticamente rimesso a nuovo ed in tempi da record dai volontari dell’Associazione. Si trovava in condizioni a dir poco disastrose. La suggestiva funzione religiosa è stata officiata dai Padri Fiorenzo Mazzacani e Luigi Testa della Parrocchia Madonna dei Poveri, la sera della Vigilia di Natale, sabato 24 dicembre 2005
cascine-16-1-2.pdf - Il complesso di Cascina Linterno, piccolo Borgo Contadino in piena città. A sinistra gli orti, le aree coltivate, il deposito del fieno ed i recinti (paddok) per i cavalli A destra Via Fratelli Zoia ed il Centro Sportivo Kennedy (Immagine estratta da “Milano Photo ’97)
cascine-16-1-3.pdf - L’antichissima pergamena del 1154 conservata nella Biblioteca della canonica di Sant’Ambrogio in cui viene citata Cascina Linterno.. “Carta accesii prati de Inferno” – “ … quod transige debet per pratum Gariciani de Marliano”
cascine-16-1-4.pdf - Un’immagine di Francesco Petrarca e di Cascina Linterno all’epoca del suo soggiorno milanese. L’immagine, riportata nel “Petrarcha Redivivus” di Jacopi Philippi Patavini (1650), riproduce un’incisione su tavoletta di legno attribuita allo stesso Petrarca. Interessanti alcuni particolari ancor oggi riscontrabili: l’orientamento geografico con le Alpi sullo sfondo, le finestre ad arco, la posizione dei comignoli ed il corso d’acqua in primo piano che potrebbe benissimo corrispondere al Fontanile Marcionino, tombinato negli anni ’60 per realizzare l’allargamento della sede stradale di Via Fratelli Zoia.
cascine-16-1-5.pdf - Il frontespizio dell’articolo di Tesmistocle Solera ed il monogramma inciso nel capitello delle colonne in granito reggenti il porticato antistante l’aia
cascine-16-1-6.pdf - Estratto dalla mappa catastale del 1722
cascine-16-1-7.pdf - Cascina Linterno in una splendida acquaforte del 1819 incisa da Giovanni Bigatti su disegno di uno dei più grandi specialisti del tempo: Giovanni Migliara. Civica Raccolta di stampe “Achille Bertarelli
cascine-16-1-8.pdf - Il documento di consegna di Cascina Linterno ai Fratelli Bossi l’11 novembre 1885 - (Archivio “Marco Rossetti” – Molino del Paradiso – Muggiano)
cascine-16-1-9.pdf - Il testo della lapide di marmo del 1853 con l’effige di Francesco Petrarca asportata nel 1951 dallaChiesetta di Cascina Linterno. Da notare un piccolo refuso: non Enrico Veneziani ma Venegoni - (Archivio “Marco Rossetti” – Molino del Paradiso – Muggiano)
cascine-16-1-10.pdf - L’elenco di alcuni ponti di pertitenenza di Cascina Linterno - (Archivio “Marco Rossetti” – Molino del Paradiso – Muggiano)
cascine-16-1-11.pdf - Cascina Linterno fine anni ’50 – Rispetto ad oggi poco o nulla è cambiato Archivio Famiglia Brignoli
cascine-16-1-12.pdf - Maria Dona o Maria Granda o Maria Longa, uno straordinario personaggio di Cascina Linterno con Paolino Sacchi. Nella foto a sinistra alcune bambine sull’aia della Linterno. In piedi: Ginetta, Mariuccia e Francesca Bossi. Sedute: Costanza ed Antonietta Bossi. Alle spalle si intravede il porticato con le storiche colonne.
cascine-16-1-13.pdf - Cascina Linterno - Paolo Sacchi con la moglie accanto alla porta della Chiesetta
ed alcuni ragazzini di Linterno nei prati a “frumentone”: Mariuccia e Carla Bossi, Mariuccia
Proverbio, Sandro Bossi ed Egidio Proverbio.
cascine-16-1-14.pdf - Carlo Sacchi La Famiglia Sacchi, alle spalle l’entrata della Chiesetta
cascine-16-1-15.pdf - Quarto Cagnino – La posa della prima pietra della Chiesa di Sant’Elena. Al centro il Cardinale Ildefonso Shuster con Don Giuseppe Gervasini, “el Pret de Ratanà”.
cascine-16-1-16.pdf - Vittorio Brignoli, Pino Gambarana, Paolino Sacchi, Mariuccia Bossi, Rina Calvetti ed Alba Alfieri. Sullo sfondo “el marscidell” della Linterno con il porticato per il ricovero dei carri di fieno in  occasione di improvvisi temporali estivi. Di questa struttura, situata sulla strada campestre che da Linterno porta al “cuore” del Parco delle Cave, resistono ora unicamente i pilastri in mattoni in precario stato di conservazione e di equilibrio statico.
cascine-16-1-17.pdf - Il matrimonio di Carla Bossi e Luigi Gambarana nella Chiesetta di Linterno
cascine-16-1-18.pdf - Cascina Linterno. In primo piano alcune piante di salice con la tipica potatura detta a “capitozzo” sullo sfondo le abitazioni di Via Fratelli Zoia (Foto di Luigi Landone)
cascine-16-1-19.pdf - Uno degli angoli più suggestivi di Cascina Linterno
cascine-16-1-20.pdf - La “Sciura” Elvira e l’Attilio “Tilio” Bossi – Gestivano l’ortaglia della Linterno
cascine-16-1-21.pdf - Nina Pessina Sacchi e Pina Dedè Zamboni
cascine-16-1-22.pdf - Allevamento di manze (anni ’80) e cavalla Aveglinese con puledrino (1995) - Cascina Linterno – Il cortile con il porticato dei Bossi - Il porticato con i fienili (pittura ad Olio di Angelo Bianchi) ed un simpatico micio”trattorista”
cascine-16-1-23.pdf - Maniscalco all’opera - Meccanizzazione
cascine-16-1-24.pdf - Due immagini della Linterno in occasione della nevicata record del 1985 Nonostante l’eccezionale carico, le “attempate” strutture subirono danni modesti. Nell’occasione crollarono invece costruzioni modernissime come il Palasport di San Siro. - Cascina Linterno – Una splendida immagine bucolica con la “Gabata” dei salici nei pressi della marcita
cascine-16-1-25.pdf - La brochure sulla storia e le caratteristiche di Cascina Linterno - La presenza documentata di Francesco Petrarca a Cascina Linterno pubblicata nel 2004 in occasione del settimo centenario dalla nascita
cascine-16-1-26.pdf - Il manifesto di una manifestazione Culturale organizzata a Cascina Linterno - (Disegno di Theo de Rigo)
cascine-16-1-27.pdf - Giochi sull’aia in occasione di una delle numerose manifestazioni aperte alla cittadinanza - Portico dei Bossi – Festa della Linterno 1982  Grande concentrazione durante il torneo di scopa d’assi.  Sulla parete, al centro della foto, tra la porta e la finestra, l’antico bassorilievo in cotto con la sacra immagine raffigurante la Madonna con Bambino
cascine-16-1-28.pdf - 1982 - Festa sull’aia - Visita di una scolaresca
cascine-16-1-29.pdf - Momenti di festa ed aggregazione in Cascina linterno
cascine-16-1-30.pdf - Il degrado causato dall’abbandono della struttura, chiusa dall’11 novembre 2002
cascine-16-1-31.pdf -
cascine-16-1-32.pdf
 
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