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Cascina Bettole – Cassina di Bettole
 
Cascina antica, presumiamo esistesse già prima del 1500, in seguito è segnalata col nome di “la Bettola” in occasione della visita di San Carlo Borromeo alla Pieve di Trenno nell’autunno del 1605.
Nella mappa catastale del comune di Figino del 1721, si rilevano due caseggiati denominati ancora “la Bettola” ma separati dalla via per Vercelli, l’attuale via Novara.
In una mappa del 1836, poco ad ovest della Bettole, sempre nei terreni della cascina, è segnalata una Fornace per la fabbricazione di mattoni e coppi.
A sud del complesso, in occasione dei lavori per i Mondiali di calcio del 1990, transita ora la “nuova” Via Novara con 3 corsie per ogni senso di marcia e razionali svincoli per il collegamento con la Tangenziale Ovest.
Cascina e territorio sono tra loro così separati dalla striscia di asfalto.
Per raggiungere i campi coltivati, si deve percorrere uno stretto sottopasso sottodimensionato in cui transitano a malapena i macchinari agricoli e che per giunta periodicamente si allaga in quanto realizzato notevolmente sotto il piano di campagna.
La Bettole è un grande cascinale formato da due cortili; in quello più grande fino a qualche decennio fa si svolgeva ancora l’attività agricola, l’altro invece era il cortile di servizio della locanda, la “Bettola”, appunto.
Sulla “vecchia” Via Novara, declassata a strada secondaria, ancora si affaccia la storica locanda rustica, tipico luogo di sosta per i viandanti: l’osteria dell’Andrea, molto rinomata in zona per la bontà dei salumi.
L’Andrea Monti era conosciuto per il suo lavoro di norcino (“ el massùu”); nei mesi invernali lo chiamavano nelle varie cascine a svolgere questo tipo di lavoro.
Nella grande sala dell’osteria troneggia in tutta la sua bellezza un grandioso camino.
Fumagalli Carlo – Diego Sant’Ambrogio – Luca Beltrami in “Reminiscenze di storia ed arte nel Suburbio e nella città di Milano” Milano 1892 Vol. III lo descrivono in questo modo:
 
“Il frontale con largo cornicione sostenuto da mensole binate poggianti su quattro pilastrini decorati da vasi con scanalature ricolmi di fiori, offre effigiate nelle due riquadrature rettangolari due figure ignude, di cui una con anfora sotto il braccio da cui esce un corso d’acqua, rappresenta un fiume che potrebbe essere il vicino Olona, e l’altra, vicina ad un albero tra i prati fioriti, l’agricoltura.
Nello spazio di mezzo un cartello con arricciature di gusto barocco offre in vista uno stemma partito, in cui vediamo riprodotto a destra il bue passante tra le tre stelle di quella famiglia Barbò che dalla nativa Cremona estese le sue ramificazioni a Soresina ed a Milano. In Milano anzi nel XVI secolo vi ebbe grande autorità ed influenza quel senatore Bernabò Barbò, di cui ci rimangono attestazioni in più monumenti e fra di essi nella lapide della casa in via Bossi, N.4.
Ben disegnate ed eseguite sono in questo camino di Figino le due spalli laterali, con volute adorne di festoni di fiori e teste leonine con largo anello ornamentale pendente dalle fauci. Ci offre inoltre questo camino ben conservata colla decorazione del tempo, e cioè presumibilmente della seconda metà del XVII secolo, la cappa sovrastante al frontale con aggraziate sagomature, ornati a fresco ed un dipinto mitologico oggidì sciupato affatto nella parte di mezzo.
Enigmatiche imprese ed emblemi mitologici veggonsi pure negli affreschi rimasti della pristina decorazione della sala, con quei motti ed arguzie che tanto riuscivano cari nel XVI e XVII secolo.”
In questo luogo, fino all’inizio del Novecento, era funzionante una stazione di cambio per cavalli, un dazio coi finanzieri e una casermetta di carabinieri.
Poi, quando le diligenze sono andate in disuso, è subentrato il trenino ad effettuare i trasporti, il famoso “Sgicch” o “Gamba de lègn”; alla cascina Bettole hanno messo la fermata per gli abitanti di Figino.
Adesso, in via Novara 540, la vecchia gendarmeria ha lasciato il posto ad un grande complesso residenziale, sviluppatosi nel corso degli anni, dove funzionano le scuole dei tre gradi inferiori ed una importante casa di accoglienza: la casa delle figlie di Betlem.
Cascina Bettole per parecchi anni è stata di proprietà della nobile famiglia Palazzolo, molto benvoluta dai suoi contadini; a Natale la moglie del Palazzolo veniva in cascina a portare i doni ai figli dei dipendenti, a quel tempo i residenti alla cascina Bettole erano mediamente 150 persone.
In zona, assieme alla cascina Favaglie di Cornaredo, è sempre stata all’avanguardia per quanto riguarda le innovazioni in agricoltura. Se si volevano osservare nuovi metodi di coltivazione o di allevamento bovino bastava andare a visitare le terre e le stalle di queste cascine.
El Fattór di Bettol” aveva un ruolo fondamentale nella gestione delle acque irrigue.
I principali corsi d’acqua che irrigano le campagne di Quinto Romano e Baggio transitano infatti per il comprensorio delle Bettole.
Ed era proprio il Fattore di Cascina Bettole che, per antica consuetudine, svolgeva
l’importante ruolo di coordinamento.
Ora le condizioni sono mutate, la monocoltura impera, l’utilizzo delle acque è concentrato solamente in pochi mesi estivi.
Per il resto dell’anno le acque non interessano più; come pure le rigide norme cadute in disuso. Anche la cascina ha seguito il lento abbandono dell’attività agricola, buona parte è stata ristrutturata ed adibita ad abitazioni e deposito di macchine edili.
 
 
cascine-6-1-1.pdf - Cascina Bettole prima della realizzazione della “nuova” via Novara e del potenziamento dello svincolo con la Tangenziale Ovest realizzati in occasione dei Mondiali di Calcio del 1990. L’antica locanda si trova sulla destra, in corrispondenza della curva
cascine-6-1-2.pdf - Cascina Bettole vista da sud-ovest - L’antica locanda “Ai Bettol”, luogo di sosta per viandanti.
cascine-6-1-4.pdf - Il cartello del Parco Agricolo Sud Milano ed una vista delle Bettole lungo l’ex Via Novara. - Il complesso di Cascina Bettole visto dal terrapieno della “nuova” Via Novara.L’importante arteria è stata realizzata ex novo a sud della Cascina a seguitodell’ampliamento dello svincolo con la Tangenziale Ovest in occasione dei Mondiali diCalcio del 1990. Da allora il vecchio tracciato di Via Novara è stato declassato a “stradasenza uscita” ed il nuovo, praticamente, “taglia in due” la Cascina con il territorio dicompetenza. - Un sottopasso, a sinistra nella fotografia, permette il collegamento ma, essendo statorealizzato notevolmente sotto il piano di campagna, sovente risulta allagato.
 
 
 
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