RVG settimana 50
 
Radio-video-giornale del Villaggio
Settimana-50 del 2023
 
 
RVG-50 - da  - Radio-Fornace
 
Settimana 50       2023-12-11 -  Dicembre - Calendario - la settimana
lunedi        11/12 - 50/345
martedi        12/12 - 50-346
mercoledi        13/12 - 50-347
giovedi        14/12 - 50-348
venerdi        15/12 - 50-349
sabato        16/12 - 50-350
domenica       17/12 - 50-351
11 Dicembre 2023 - lunedi - sett. 50/345
redigio.it/rvg100/rvg-50-345.mp3 - Te la racconto io la giornata
 
Notizie dal Villaggio
redigio.it/rvg100/rvg-004.mp3 -  qualche parola sull'accatastamento (secondo me)
redigio.it/rvg100/rvg-005.mp3 - La festa degli auguriall 8 dicembre 2023 in Villaggio
Albero di Natale
L'albero di Natale . La scelta ecologica. Le feste stanno per arrivare e come ogni anno si ripete il dilemma: meglio un Abete vero oppure artificiale. Il primo. è sicuramente da preferire se si vuole salvaguardare l'ambiente
Il dubbio. avete già scelto l'albero di Natale?. Il dubbio più grande vede l'albero vero contrapposto a quello artificiale è la scelta più ecologica è senz'altro la prima . Gli alberi finiti, infatti, sono molto spesso realizzati in politene più e PVC, materiali non biodegradabili e per la produzione di un albero di medie dimensioni si consumano circa 20 kg di petrolio e vengono rilasciati nell'atmosfera 23 kg di anidride carbonica. Il quadro viene completato dall'inquinamento generato dei lunghi trasporti, visto che gli alberi artificiali sono importati molto spesso da paesi asiatici, e dal fatto che impiegano due secoli prima di biodegradarsi e senza dubbio questa è una scelta da evitare
Un mito da sfatare. Per quanto riguarda gli alberi di Natale veri bisogna in primo luogo sfatare un mito:  il loro acquisto non favorisce il disboscamento, come si tende a pensare, dal momento che questi vengono appositamente coltivati. Se dotati di radici, gli alberi veri possono essere ripiantati dopo le feste o invasati per essere utilizzati negli anni successivi. Come accertarsi che l'abete sia davvero ecologico? Verificare la presenza di un certificato che specifichi anche il nome del produttore e il territorio di provenienza: scegliere abeti che arrivano da luoghi quanto più possibile vicini, così da limitare l'inquinamento causato dal trasporto e da essere sicuri che si tratta di specie autoctone adatte al nostro clima. Oppure scegliere scegliere alberi in affitto, facilmente reperibili in Internet. La scelta di un albero di Natale vero e certificato rappresenta quindi una soluzione pienamente green e dona alla casa profumi e un'atmosfera davvero magica
Notizie di RVG (Radio-Video-Giornale)
Viaggio nel tempo
Nudisti rapinati - (27 agosto 1933) - Indagando intorno ai misteriosi e continui furti di oggetti personali e di costumi da bagno che si verificano da qualche tempo al Parco dei naturisti milanesi, in località Torrazza presso Trenno, i carabinieri della Cagnola hanno identificato e denunciato alla Procura del Re tre individui del luogo che avevano avuto rapporti con uno dei ladri.
Un mondo che svanisce nella scighera
"Offellee fa l'to mestee», sembra un niente ma c'é un mondo di andate e ritorni a rimpiattino in questa frase tra pensiero, azione, figura reale e metafora. <<Pasticciere fai il tuo lavoro», quello che cioè sai fare e nient'altro. Dal particolare (l'offellee) all'universale. Ma sotto, se scavi, trovi l'origine (l'offellee è un antico biscotto lombardo); è la scaltrezza del transito popolare dall'esempio alla regola.
In realtà dobbiamo partire dal principio che i dialetti non sono rimasugli di una lingua, ma, al contrario, hanno subito un'invasione dell'italiano, che ci voleva sì, per carità, ma che ha finito per mortificarli. L'egemonia toscana voluta da Manzoni ci ha fatti diventare nazione (l'intuizione è già dantesca), però si è presa in cambio l'istinto, trasformandolo in ragione, con buona pace per Francesco Cherubini che nell'Ottocento aveva già scritto un vocabolario <<Milanese-Italiano».
Di milanesi che conoscono il milanese oggi ce n'è pochi. Alcuni lo ciabattano, altri non san più cosa significhi. Pensate soltanto a «pirla», qualcosa che gira e non ha appoggi, citato persino da Gadda; o, già che siamo in argomento, a «ciola» (o ciula), cioè cazzone, che discende direttamente dai testicoli latini (colea) e, addirittura, per analogia dal greco kion (colonnetta), simboleggia il fallo.
Abbiamo perso espressioni che rappresentano una storia. Di una contadina che si acconciava il capo per una festa si diceva «fa sabet» (fa sabato); del calmarsi, del riflettere «ciapa ora» (prendere aria), gònfiati cioè come i pesci che vengono a galla (e che devi catturare). «Te set andaa a scaula de giovedì», cioè non fai un bel niente, perché sotto il fascismo di giovedì non c'era scuola.
E poi <<bauscia» per bavoso, perché se uno ciarla e riciarla sputa saliva. O «fa na got» (fai una goccia, poco) per fannullone, o anche «barlafuss» che, siccome non mangi mai, sei troppo debole per essere affidabile. Il milanese, come altri dialetti, costruisce una lingua a mo' di sintesi simbolica, cosa che l'italiano può più raramente ottimizzare, perché ogni regione ha i suoi singoli simboli. Che dire poi di quel meraviglioso tiremm innanz di Amatore Sciesa, lì, mentre va al patibolo con il cuore lacerato tra l'amore per la moglie e quello per la Patria? <<Tiremm innanz» non è «tiriamo avanti»: è un canto, una prosodia al tramonto di un mondo che svanisce nella scighera, nella nebbia.
La bicicletta
BICI-FREE - Vorrei ricordare che bici free, cioè le biciclette libere, quelle e si tratta di quel progetto che ha combinato nel duemila e ventitré, prelevando biciclette prelevandole dalla discarica o donazioni dei soci di biciclette ormai già malandate e destinate alla discarica che le ho suscitate e rimesse in pista per il servizio.  - Comodissimo, nel senso che è stato costoso, olto ma molto poco, iusto i materiali. - Ed è stato anche apprezzato. - Però, come ho detto in una serata ufficiale, era fine luglio del Duemila e ventitré in fornace in occasione di una serata pubblica che non volevo più interessarmi dopo aver finito la stagione. - Ebbene, la stagione è finita, tutto è stato rimesso a posto e ricollocato in un deposito. Alcune sono ancora in funzione per la funzione, per la loro funzione invernale e il progetto è finito. Ma quando il progetto è finito significa che ho cominciato dall'inizio e sono stato in grado e capace di inventarlo, mantenerlo e portarlo fino in fondo. - Il progetto. - Questo non significa che l'anno prossimo c'è ancora questo progetto non c'è più. - Quindi radio Fornace non ha più nulla a che vedere con le biciclette. - Ognuno deve arrangiarsi in proprio. - Oppure Oppure oppure non lo so. - Una cosa che però può essere facilissima è che qualcuno prenda il posto di radio Fornace per questo progetto. - Il lavoro è solo di banalissima manutenzione. - Praticamente non so se è il dieci percento dello sforzo che ho fatto io l'anno scorso. - Dieci percento. - Non occorre di più. - Sono sicuro che ci sarà qualcuno che adotterà per il Duemila e ventiquattro queste biciclette per un decimo dello sforzo e per mantenere l'ottimo servizio. - I volontari, i volontari. Ci siete? Avanti, fatevi sotto.
Toponimi di Cadrezzate
2) Barnée: toponimo di difficile localizzazione odierna e registrato nelle carte del Cessato Catasto Lombardo del 1860. Il nome potrebbe derivare dalla forma lunga e stretta del terreno che richiama la forma del bernàsc, paletta di ferro utilizzata per raccogliere la cenere nel camino o focolare. Bernàsc deriva dal latino pruna "carbone ardente" più il suffisso -aceu(m) (cfr. località Bernàs a Cernobbio -CO-) . Ha maggior pertinenza fonetica, però, l'etimologia che porta alle voce latina prunetum "insieme di prugni".
3) Belvedere: località che un tempo presentava una cascina, mentre oggi l'area è occupata da una grande casa famigliare. Il Belvedere è situato sul Mööt e divide la Motta dalla Cascina Castello. Dal Belvedere si può avere la visione completa della zona che da Cadrezzate porta ad Ispra, sul Lago Maggiore: da qui il suo nome.
Adesso vado da qualche altra parte. 
Non mi sono mai dimenticarsi che, in Italia, seguitiamo a portare a portarci dietro le rivalità dei comuni e del Medioevo, che, quando capitava, si buttavano addosso l'olio bollente dalle mura delle loro città. Che magari stavano a un tiro di schioppo tra loro, e anche oggi basta e anche nel girare l'angolo per trovarsi qualcuno che ti vede, se non come nemico,  quantomeno con occhio diffidente... E questo vale particolarmente per noi milanesi, che bene o male per tutto quello che ci portiamo dietro siamo da un lato meritevoli di rispetto, ma dall'altro facciamo nascere una certa dose di invidia e l'invidia, si sa, non è il frutto di ammirazione e un cattivo sentimento. C'è però da dire che se ci troviamo fuori dall'Italia, le cose cambiano. Capita spesso infatti di trovare in giro per il mondo italiani che alla domanda. Da dove venite? Rispondo da Milano anche se, In realtà, abitano lontano chilometri da qui,.. Vuole dire che se ne rendono ben conto che la nostra città, all'estero, , ha un'immagine che vale e non per le tante belle cose che rendono famosa l'Italia, Ma proprio per la qualità dei milanesi.
 
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12 Dicembre 2023 - Martedi' - sett. 50/346
redigio.it/rvg100/rvg-50-346.mp3 - Te la racconto io la giornata
Nessuna notizia dal Villaggio
Radio-Fornace
  1. Radio fornace richiede ai villeggianti e non, se possibile avere disponibilita' di televisori vecchi da portare in discarica.
  2. Servono (forse) per il Ludico 2024. Indispensabile la porta USB e telecomando
Stella di Natale
Buone feste con la stella immancabile nel periodo di Natale, passate le feste, il rischio è di vederla perdere vigore di giorno in giorno. Per mantenere sana e bella la stella di Natale, euforbia pulcherrimma, basterebbe poco a parte che non ama il caldo, quando comincia a perdere le foglie, va potata lasciando rametti di 10 15 cm. Poi la si rinvasa in con il contenitore poco più grande del primo. e dopo un periodo di riposo in casa, a primavera si riporta fuori, all'ombra. Annaffiata adeguatamente, tornerà a Natale con le sue belle foglie rosse
Cosa preparo oggi
I bruscitt bustòcch - Nee Gina, te me mai faa i bruscitt bustòcch. Te se nanca cos'inn? Te i insegni mi. Fatt dà dal Nino becchee 'n press a pòcch de mezz chilo de polpa e fala inscì (se intend polpa magrissima de boeu). Te la taiet giò gròssa mè i fasoeu, te ghe gionted scigolla a tocchelitt on fesin d'ai, de laur on tre foeuj, mezz'etto de panscetta a quadretitt e in marmitta mettela giò a moeui quatada de vin ross. Dagh 'na rugada e trala in d'on canton per 'na giornada.
El dì adree in cassiroeula de misura te i mettet sù a coeus cont òli oliva butter bondant, tuscòss a frece e con cura te ghe fe sugà su el vin a fiamma viva. Bagni asee de acqua e dagh el savorin con somenz de fenocc ligaa in d'on pezzorin.
Messedi, quattei sù e fai coeus lemm lemm. Se vegnen succ tragh dent on mezz biccer de vin bon e nò acqua. E vaa che insemm ghe voeur on polentin còtt a dover. E ti te 'l settgiamò, che per primm piatt mi vorarò mangià polenta e latt.
Il piacere del te'
La salute a tavola . Il piacere del tè . E infusi alla plastica .
Nella stagione fredda fa piacere e fa anche bene sorbire nella giornata. dopo i pasti oppure la sera prima di coricarsi una bevanda calda. Le bustine del tè o delle tisane sono comode ed economiche: non devi utilizzare il colino per rimuovere le foglioline scure, danno risultati rapidi. Negli ultimi anni i produttori hanno progressivamente migliorato le caratteristiche delle confezioni per garantire al meglio compatibilità ambientale e salubrità . Tuttavia anche questo è un mercato e per distinguersi non è sufficiente, come sarebbe logico, curare la qualità della materia prima , ma è necessario badare anche agli aspetti estetici. Come, ad esempio, alla forma del filtro
Ecco allora i filtri eleganti, a forma di piramide che, chissà perché, sono riservati ai prodotti di gamma e prezzi elevati. C'è però ma:i questi filtri sono generalmente realizzati con un materiale che imita la seta, mentre la realtà sono di plastica. Una ricerca effettuata ha rilevato che durante l'infusione nell'acqua molto calda miliardi di microparticelle di plastica si staccano dal filtro e si disperdono nella bevanda. Aattualmente non sappiamo se questo materiale, che per le sue dimensioni può entrare all'interno delle cellule,  e possono avere effetti dannosi oppure no. Gli autori dello studio ricordano però che una iniziale valutazione di tossicità acuta su organismi animali invertebrati ha dimostrato che l'esposizione alle particelle rilasciate dai sacchetti di tè causa alterazioni dello sviluppo e comportamento anomali dose dipendenti .
Scegliete le bustine di carta o, meglio, gli ovetti di acciaio riempiti di foglie come i veri intenditori
Busto Grande - 170 anni fa
Capitolo terzo B
Ma ritorniamo al nostro argomento.
La dura lezione della Cassa di Risparmio, che i bustocchi accolgono a sangue freddo, reca ancora più dure condizioni. La Cassa potrebbe tentare - in via provvisoria, se proprio i bustocchi ci tengono, ma a questi patti: locali gratuiti « nei quali la Cassa potesse essere convenientemente e sicuramente collocata »; mobili gratuiti; personale, consistente in un agente un cassiere ed un contabile, tutto gratuito. Superiore sorveglianza confidata all'I. R. Commissario Distrettuale e, per ultimo, il Comune « deve assumere la piena responsabilità delle perdite derivabili da questo esercizio durante il periodo di esperimento ».
La Deputazione non fece una piega, portò la faccenda in Consiglio e questo approvò alla unanimità, il 29 settembre 1856.
Erano brutti anni. Carestia nel '52; colera con 78 morti su 96 colpiti, e disordini l'aumento del pane, nel '53; colera con 131 morti su 221 colpiti, e sciopero dei tessitori << pacifico e in via legale » scrive il Ferra- rio, nel '54. Aggiungi la chiusura del confine per i moti di Milano e il grave maggior rischio per i contrabbandieri, e una polizia vigile, perseverante, cocciuta; e la peronospora che fa le prime apparizioni sui nostri bei vigneti, quelli celebrati dal Porta.
A chi sarebbe mai passato per la testa di impuntarsi per aprire la filiale della Cassa di Risparmio? Ma De- putazione e Consiglio (« puaètti ma gnücchi »>, dice un proverbio bustocco) furono concordi nell'accettare le condizioni.
I locali furono presto preparati al primo piano del Palazzo Cicogna, aperti sullo scalone, dove oggi siede il presidente del Tribunale. Ciò nonostante la Commissione di Milano ci pensò su ancora ...due anni! Ma, finalmente, col 28 maggio la Cassa Filiale cominciò a funzionare << in via provvisoria per due anni, da renersi poi stabile quando l'esperienza ne provi l'utilità ». Apertura ogni venerdì dalle 10 alle 2 per ricevere i depositi; ogni lunedì alla medesima ora per i rimborsi.
Intanto continuano le inchieste, le epidemie, le perquisizioni, gli arresti.
Ad esempio:
< 1853, 26 marzo. La I. R. Intendenza della Finanza interessa » l'I. R. Commissariato a voler porgere informazioni in linea morale e di finanza nonchè sullo stato economico di Gola Giovanni e Gola Maria, padre e figlia, di Busto Arsizio...
<< 1853, 22 aprile. - La Deputazione risponde: Gola Giovanni e Gola Maria detti Zelana padre e figlia sono individui miserabili, che quantunque siano di buona condotta morale, pure sono talvolta costretti a dedicarsi al contrabbando per guadagnarsi un tozzo di pane mancando di attitudine al lavoro di tessitore usitato nel paese. Detta Maria Gola non ha ancora raggiunto li quindici anni. Non si conosce punto che alcuni di essi padre e figlia si occupi di vendita abusiva di tabacco...
<< 1853, 21 agosto. Sentenza. Per parte dell'I. R. Intendenza di Finanza in Milano... ecc., contro Gola Maria, sarta, domiciliata in Busto Arsizio... ecc., si dichiara: è colpevole siccome autrice della duplice grave contravvenzione di Finanza mediante illegale acquisto ed omessa legittimazione di centesimi 44 di Tabacco estero da fumo e da naso. Viene condannata ecc... ad una multa corrispondente al quadruplo dell'imposta efficiente il detto genere ad un importo di austriache lire 22.52, ed inoltre: al risarcimento delle spese processuali ammontanti a austriache lire 3.45. Qualora la multa non potesse in tutto o in parte essere realizzata in modo legale sulla sostanza e sui redditi di Maria Gola, le si infliggerà l'arresto semplice supplettorio di giorni uno... ecc. ecc.
< 1854, 8 febbraio. Gola Maria, figlia di Giovanni, trovasi affetta da febbre intermittente quotidiana... ecc. Dott. Angelo Lualdi, medico condotto >>.
Questa è la storia di Gola Maria, sarta, ragazzina non ancora quindicenne, ammalata di malaria, costretta al contrabbando di 44 centesimi di tabacco per procurarsi il pane.
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13 Dicembre 2023 - Mercoledi' - sett. 50/347
redigio.it/rvg100/rvg-50-347.mp3 - Te la racconto io la giornata
Nessuna notizia dal Villaggio
A proposito di infusi.
I più efficaci per rinforzare le difese immunitarie, prevenire superare il raffreddore, tosse e influenza, e sono le tisane, dette anche infusi, a base di timo, eucalipto e sambuco, da dolcificare a piacere con il miele. Il timo infatti proprietà antisettiche, l'eucalipto è antinfiammatorio e decongestionante delle vie respiratorie, mentre il sambuco riduce il catarro e le infezioni batteriche. Sarà il modo per essere in forma per le festività, i salute e senza nasi Rossi
Toponimi di Cadrezzate
4) Bösch di Ströligh: piccola zona boschiva che si incontra a est del paese in direzione Brebbia. Questo bosco è detto Ströligh, letteralmente "astrologo", che era il termine utilizzato dai locali per designare gli zingari (l'astrologia messa in relazione con la cartomanzia praticata in alcuni casi dalle donne zingare). Gli abitanti del luogo più anziani ricordano che già da inizio Novecento gruppi di nomadi si insediavano per brevi periodi in questo bosco ed erano un elemento di forte disturbo e di timore per la comunità, poiché additati come rapitori e mangiatori di bambini.
5) Canèe: zona detta anche Canét. Nel toponimo scorgiamo la presenza del suffisso -etum di collettivo frequente nei toponimi che hanno come base il nome di una pianta o vegetale  . Questo sito costeggia il Lago di Monate ed è limitrofo al Piaggiolo. Il nome si rifà inequivocabilmente alle canne, ancora oggi abbondanti e rigogliose, che spuntano dalle rive del lago. La località è rinomata, perché è un importante sito archeologico ove sono ubicati resti di palafitte che testimoniano antichissimi insediamenti preistorici. Busto Grande - 170 anni fa
capitolo terzo b2
La Deputazione si sforza, sì, di scagionare i rei, di stornare i sospetti, di impietosire i reggitori della I. R. Intendenza, ma senza grande risultato: perchè la Finanza è astuta e tenace e perchè, d'altra parte, con le fabbriche chiuse, la campagna arida, le vigne devastate, i bustocchi sono più astuti e tenaci della Finanza stessa, nel fare la spola con le bricolle e nel beffarsi dei finanzieri che vengono chiamati « burlandocchi », sorta di grossi bachi da seta simili a quei grumi informi che si trovano nella minestra dei poveri, detta « burlanda », e che volentieri si sputerebbero fuori.
Le carte della Polizia piovono pertanto ogni giorno sui tavoli della Deputazione, alla ricerca di notizie, e non risparmiano nessuno. Si vuol sapere se vi sono << cittadini proclivi a delinquere in linea finanziaria » e la Deputazione si affanna a rispondere.
« Alessandro Candiani, manganatore: nessuna eccezione emerge sulla sua condotta...; Giovanna Tosi: è una donna di buona condotta... possidente... che versa in condizioni economiche favorevoli; Fagnani Alessandro, tessitore: è un giovane di condotta incensurabile;
Pietro Albini, caffettiere: non consta che si dedichi a defraudazioni in danno della Finanza essendo, il nomi nato, capitalista abbastanza ragguardevole... ».
Per qualcuno, non potendone fare a meno, si cerca di impietosire gli inquisitori:
<< Bonizzoni Felice... è figlio di famiglia miserabilissima composta di otto persone...; Roncaglioni Carlo... figlio di una miserabile famiglia di cinque persone...; Crespi Giovan Maria detto Pinela... appartiene a una casa di quattro persone che versa nella più ingente miseria... >>.
Per altri ancora non c'è scampo che nel sottolineare la scarsità del guadagno: « Turconi Rodolfo, contadino della cascina Rabolina si dedica a fare il contrabbandiere asportando tabacco di estera fabbricazione dalla cui unica professione ritrae scarsi mezzi di sussistenza...; Croci Luigi detto Regüzzel, autore di grave contravvenzione di finanza mediante omessa legittimazione di libbre daziarie sette e centesimi 25 di tabacco da fumo stato rinvenuto nella sua abitazione, il 10 aprile 1854, non si occupa ad altro esercizio se non ad asportare tabacco dalla Svizzera, da cui ritrae i suoi scarsi mezzi di sussistenza... ».
Ci sono infine altri per i quali la Deputazione fa la voce dura e sottolinea che si tratta di « distinti malviventi facili a gozzovigliare ed a darsi alla ubriachezza specialmente nei giorni festivi »; nomi noti, purtroppo, per allora e per gli avvenimenti successivi: il «< Rossin», il «Zirill », il «Reguzzel», un «Cassani Giovanni Ziffolin », il « Macchinin », il « Muto del Mania » e altri < contadini, soliti gozzovigliare nei giorni festivi, associarsi a pessimi soggetti, dediti alle risse e turbatori della pubblica tranquillità, senza rispetto per qualsiasi autorità e capaci di opporsi anche alla pubblica forza, ubriacandosi e girovagando fino ad ora tardissima per la borgata »>.
Ma erano proprio tutti così i nostri nonni bustocchi?
Forse, la Cassa di Risparmio pensava di sì, e non lo nascondeva troppo; la Deputazione era certamente di parere contrario. Ci voleva dunque la prova, anche se richiesta e ottenuta a condizioni onerose, per dimostrare a « quelli di Milano » che si sapeva anche,, e sopratutto, lavorare e risparmiare.
E, cantare:
Evviva Noè,
se l'ha piantà la vigna,
lé sègn ch'el vèn al gh'èe...
E la prova venne.
Presentazione di Busto Arsizio 2/2
Storia della nostra Città in... cento righe
Sotto il dominio sforzesco Busto Arsizio ha un periodo di splendori. Il Rinascimento penetra anche nel borgo: sorge un umanista e poeta, Gian Alberto Bossi, che vive nella corte di Lodovico il Moro, in amicizia e consuetudine con gli spiriti magni » del suo tempo, come Leonardo da Vinci, ed ha nel luogo natio una larga sequela di uomini colti, che formano una pubblica biblioteca in cui raccolgono codici e incunaboli, che fanno sorgere una scuola di grammatica per i fanciulli bustesi, che inalzano il meraviglioso tempio di S. Maria di Piazza in cui la classicità della scuola di Bramante si disposa alla fantasiosa leggerezza dell'arte comacina di Tommaseo Rodari da Maroggia. Pittori come Pietro, Giovanni Antonio e Raf- faele Crespi, miniaturisti come Francesco Crespi de Roberti, scultori come Agostino Busti detto il Bambaia, il famoso autore della tomba di Gastone di Foix, illustrano il nome di Busto Arsizio e lasciano opere di grido. È una primavera di grazie e di sorrisi che finisce troppo presto con lo scatenarsi delle lotte tra Francia e Spagna, che gettano il ducato di Milano nell'orrore e nei danni di lunghe guerre, le quali stremano e immiseriscono le popolazioni.
Ma anche sotto l'estenuante dominio spagnolo Busto Arsizio fiorisce nei commerci delle tele di cotone che esporta fin nella Turchia. La peste gravissima nel 1630 porta un grave colpo anche a quest'industria e succedono anni di lento declino. Il borgo sulla fine del Quattrocento era stato elevato a contea e dato a Galeazzo Visconti ambasciatore di Lodovico il Moro presso gli Svizzeri e il re di Francia. Essendosi interrotta la discendenza del conte con la morte del figlio Luigi senza prole, il feudo tornò alla Camera ducale e venne acquistato dalla famiglia Marliani che lo tenne fino alla seconda metà del Settecento in cui, attraverso vari passaggi e liti, giunse alla famiglia Gambarana. La meteora napoleonica, portando in Italia le idee della rivoluzione francese, spazzò via i feudatari, che furono tutti inferiori al loro compito. Ma anche negli anni del maggior decadimento Busto Arsizio partecipa alla vita intellettuale milanese con Biagio Bellotti che riempie di affreschi la splendida basilica di S. Giovanni ricostruita nei primi anni del Seicento sui disegni del Richini, con Giuseppe Bossi, poeta e pittore, che è con l'Appiani uno dei migliori rappresentanti del neoclassicismo italiano, con Stefano Bonsignore esponente della politica ecclesiastica di Napoleone; come nei primi anni del Seicento aveva brillato per il pennello immortale di Daniele Crespi.
Durante la stessa epoca napoleonica, attraverso le difficoltà imposte dal blocco continentale, l'industria cotoniera bustese da artigianato si trasforma in concentramento capitalistico moderno, preparando sotto l'ultimo periodo di governo dell'Austria nel Lombardo-Veneto le condizioni per il grande sviluppo tecnico ed economico che doveva avvenire intorno al 1880 col nuovo Regno d'Italia.
Da allora in poi, malgrado ricorrenti crisi, gli sviluppi di Busto Arsizio sono stati paralleli agli sviluppi dell'industria cotoniera che non solo riuscì a svincolare l'Italia dalla soggezione dell'Inghilterra, ma a portare su tutti i mercati del mondo i tessuti bustesi, seguendo per lo più le vie dell'emigrazione italiana e conquistando con paziente tenacia i mercati. Attualmente Busto Arsizio è una città di quasi cinquantamila abitanti. Ha bei palazzi, edifici pubblici notevoli, ottime strade e un numero grandioso di stabilimenti che direttamente o indirettamente si collegano alla produzione dei tessuti di cotone. È collegata da due linee ferroviarie (Ferrovia dello Stato e Ferrovia Nord Milano), da una linea tramviaria (Milano - Gallarate Cassano Magnago Lonate Pozzolo) e dall'autostrada Milano-Lago Maggiore. Ha tre parrocchie, delle quali due sono prevosture: S. Giovanni poi è anche sede di Vicario Foraneo. La popolazione è straordinariamente attiva, operosa, di costumi patriarcali, di cuore generoso. Queste doti la fannno spiccare nella grande famiglia lombarda come un elemento econo mico e morale di notevole valore.
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14 Dicembre 2023 - Giovedi' - sett. 50/348
redigio.it/rvg100/rvg-50-348.mp3 - Te la racconto io la giornata
Nessuna notizia dal Villaggio
I soliti sospetti per Natale
Vediamo in dettaglio cosa contengono i dolci natalizi considerando anche l'apporto calorico giornaliero raccomandato attenzione al : panettone, al panettone con cioccolato fondente, al pandoro, al torrone classico alle mandorle, marron glasse' e limoncello
 
De magnalibus urbis Mediolani di Bonvesin de la Storie di Milano (1288) - ripa di Porta Ticinese
Una copia del libro, ritrovata a Madrid nel 1894, ha permesso di conoscere nel dettaglio la città e i costumi dei Milanesi tra la fine del Comune e l'inizio della Signoria.
Bonvesin era un doctor in grammatica, appartenente al terzo ordine degli Umiliati, una confraternita laica molto attiva nel campo ospedaliero e assistenziale. Viveva in ripa di Porta Ticinese.
Il libro, pur se a volte encomiastico, è ricchissimo di informazioni ricavate personalmente.
Eccone alcune:
"Non si ha notizia di nessuna città al mondo che sia tanto ricca di sorgenti di così elevata qualità; in città si contano 6000 fontane". "Gli usci che si aprono sulle pubbliche vie sono circa 12500". "Le porte principali, in numero di 6, sono quanto mai salde". "I nativi della città sono di volto allegro e molto amichevoli. Indossano vesti eleganti, sono molto generosi nello spendere".
"Vi sono 10 ospedali per i malati poveri. Il principale è l'ospedale del Brolo fondato nel 1145 da Goffredo da Bussero; in esso si sono contati più di 500 malati, e tutti ricevevano il vitto a spese del'ospedale".
"Il calcolo completo della popolazione arriverà a circa 200000, visto che in città si consumano ogni giorno 1200 moggi di grano". "Si contano 120 esperti di diritto civile e canonico, 1.500 notai, 600 messi del comune, 6 trombettieri principali, 28 medici esperti, 150 chirurghi, & professori di grammatica, 14 insegnanti di canto ambrosiano, 70 maestri elementari, 40 copisti di libri, 10000 ecclesiastici, più di 1000 tavernieri, 440 macellai, 150 locandieri, 80 maniscalchi". "Sembrerà incredibile ma nel contado, quando la vendemmia è buona, vengono messi in botte più di 600000 carri di vino all'anno". "Due sono i difetti peculiari di questa città: la mancanza di concordia fra i cittadini e la mancanza di un porto".
Busto Grande - 170 anni fa
capitolo terzo
Bastano sedici mesi di esperimento per dare ai bustocchi la rivincita. La Deputazione scrive con arguzia:
<< I motivi per cui la prelodata Commissione centrale non aveva creduto di poter prescindere dall'espe rimento erano fondati sul dubbio, corroborato d'altronde dalla esperienza fatta colla filiale di Chiari, che ad onta dell'abbondante elemento economico mancasse il morale, vuolsi dire la volontà degli operai che forma la maggior parte di queste popolazioni, ad approfittare della provvida istituzione. Ormai però sono decorsi sedici mesi di esercizio e frammezzo alle insorte difficoltà di ogni genere, cambiamento della moneta, sospensione di ricevimenti, movimenti politici, disgrazie campestri, la nostra Cassa di Risparmio trionfa ed il capitale versato dai depositanti, diffalcate anche le restituzioni fatte, è a tutt'oggi del complessivo rilevante importo di Fiorini 103 mila, sopra libretti n. 739.
<< In faccia a cotali risultati, che la Commissione Centrale vorrà riconoscere assai soddisfacenti, vuol cre- dere la scrivente Deputazione che spariranno i timori sull'avvenire di questo Istituto il quale ha preso tale sviluppo e promette di continuare questo suo moto ascendente in guisa da potere, quand'anche perdurassero tempi e circostanze sfavorevoli, vivere da sè senz'essere del benchè minimo aggravio alla Casa Madre... >>.
La Commissione mangiò amaro e fece ricorso ai patti < non credendo di declinare dal prescritto termine di esperimento » ma ormai era fatta: aveva dovuto rimangiarsi quei poco delicati apprezzamenti sui bustocchi.
Per giudicare dell'entità del risparmio bustese si pensi che un fiorino valeva allora dieci lire e la paga media di un operaio era di una lira al giorno. Pertanto, i 103.000 fiorini corrisponderebbero a un milione di lire di allora. Se poi raffrontiamo il valore medio della paga a quella media di oggi, dobbiamo convenire che la cifra dei depositi bustesi di poco più di un anno di gestione della Cassa di Risparmio, può essere parificata ad un equivalente notevole di lire odierne distribuito in poco più di settecento libretti e per una popolazione di 12.000 anime.
Per avere una idea della gravità della crisi economica in corso in quegli anni basterebbe leggere la lettera che il tiporafo Croci di Gallarate, che da oltre cinquanta anni stampa tutti i manifesti bustesi, scrive alla Deputazione, rammaricandosi di non essere più in grado di stampare perchè manca perfino la carta date le annate cattive >.
La bici, una scelta guardando il futuro
Nell’ultimo anno l’amministrazione comunale di Legnano ha investito molto sulla mobilità dolce e sulle piste ciclabili, intercettando una serie di fondi e riversandoli su Legnano per cercare di cambiare il volto di una città che per forza di cose nella prima metà del secolo scorso era stata immaginata a misura di automobile. La rivoluzione ha radici ormai lontane. Già disegnando la nuova piazza San Magno, vent’anni fa, l’allora sindaco Maurizio Cozzi aveva sposato una filosofia che poi si sarebbe imposta in tutte le principali città europee. Le macchine dovevano stare lontano dal centro, così che piazze e strade potessero essere restituite alla gente.
Dalla nuova piazza l’esperimento si è poi allargato fino a via XXV Aprile, da ultimo anche al primo tratto di via Venegoni. I progetti che l’amministrazione Radice ha messo in cantiere ad esempio in piazza del Popolo, puntano tutti nella stessa direzione: restituire alla città una misura d’uomo, così da permettere a ciclisti e pedoni (anche disabili) di caminare senza il timore di essere investiti da un momento all’altro. Il progetto della Cicolopolitana che nelle ultime settimane ha iniziato a prendere corpo è l’esempio più evidente di questa rivoluzione: se l’attravesamento pedonale sul Sempione poteva essere scambiato per una più classica "isola salvapedoni” e la "casa avanzata” di via Canazza è stata notata da pochi (se non altro perché non sono molti quelli che frequentano il quartiere sui Ronchi), l’attraversamento di largo Tosi con le sue fasce rosse è evidente a tutti. La rivoluzione sta avanzando metro dopo metro, con una spesa di circa 170mila euro il Comune di Legnano sta finalmente mettendo in rete tutti i tratti di pista ciclabile che erano stati realizzati nel corso degli anni e che erano rimasti isolati l’uno dall’altro, rendendo di fatto impercorribile l’idea di spostarsi a Legnano in sicurezza sulle due ruote. Ma mentre crescono le infrastrutture diventa sempre più necessario lavorare per cambiare la mentalità dei legnanesi: un lavoro che deve iniziare nelle scuole, e che non si annuncia semplice perché è ricco di implicazioni sociologiche e culturali. Negli anni Sessata del secolo scorso l’automobile è diventata sinonimo di benessere, sessant’anni dopo bisognerebbe riuscire a far passare il messaggio opposto: ora che siamo tutti più o meno benestanti per stare bene bisogna tornare alla bicicletta: un mezzo ecologico, economico, salutare. Il concetto è stato ribadito anche nel corso della tavola rotonda tra i sindaci che si è svolta domenica 2 ottobre al Castello di Legnano, mentre le società sportive erano impegnate nella punzonatura in vista della 103a edizione della Coppa Bernocchi. In un futuro ormai prossimo le biciclette potrebbero essere utilizzate anche per spostarsi da un comune all’altro, e perfino quando il meteo non è ottimale. Basta crederci.
 
 
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15 Dicembre 2023 - Venerdi' - sett. 50/349
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Nessuna notizia dal Villaggio
Cosa preparo oggi
El ragu' per la pasta - Se fà tostà al butter on scigolon cont on poo de caròtol e on piantin de zeller bianch tridaa puttost bel fin giontandegh dent insemma del giambon, se nò on toch de panscetta a quadrettin. Tostaa che l'è se gionta in proporzion polpa magra de manz, mei se scamon, passada al tridatutt quell mezzanin.
Stemperada la carne, se bagna ma abondant de vin ross e, sugaa che l'è, se mett de la salza ò tomates fresch ben nett e ben tridaa e la se rangia intant de saal, de spezieria e infin, quattada la se fa coeus ben ben, ma pian pianin. Se g'ha alora la bagna, el ragotin, per spaghett, taiadei e pastizzada.
Toponimi di Cadrezzate
28) Quadro del Morone: il toponimo è composto da due nomi. Il primo probabilmente fa riferimento o alla forma del campo o ad una unità di misura di estensione (cfr. Quadro località di Casteggio -PV)Il secondo è riconducibile alla voce dialettale morón "gelso" (cfr. Morona e Morone località presso Casteggio-PV-).
29) Rondegato: piccola area che si estende per pochi metri a ridosso della Baraggiola. Possiamo abbozzare soltanto delle ipotesi per questo nome. I locali infatti conoscono questa zona come Rundégal, di etimologia dubbia. E' ipotizzabile una derivazione dal termine dialettale rónden "rondine" 'per la presenza del volatile nella bella stagione.
30) Rossino: (v. Cadrezzate n. 18).
31) Sabbione: in dialetto Sabiùn. È, con molta probabilità, una piccola zona creatasi passaggio del fiume Acquanegra o con lo scorrere di altri rigagnoli minori che al fiume confluiscono. Queste zone erano caratterizzate da un terreno sabbioso e ciotoloso non adatto alla coltivazione.
Villaggio turistico 1/1
« Benvenuti al nostro villaggio turistico, dove il divertimento e il relax sono di casa! Ehi ehi EHI! QUALCUNO HA DETTO PER CASO CHE IL BUFFET DI BENVENUTO ERA APERTO??? » - (Direttore di un Villaggio turistico accoglie i nuovi arrivi)
Direttore di un Villaggio Turistico in evidente astinenza da denaro contante.
Si definisce villaggio turistico quel genere di struttura di detenzione coercitiva utilizzata d'estate per ospitare nuclei familiari con figli piccoli o adolescenti illusi di trascorrere dalle 2 alle 4 settimane di spensierata villeggiatura. In un villaggio turistico è facile incappare in creature petulanti ed ossessive che lo hanno eletto a loro habitat naturale: gli animatori. Ne caratterizzeremo i comportamenti e le tipologie in seguito; per ora basti sapere che in genere in codesti luoghi si perde la verginità, si ritrova il perduto ardore sessuale e si fanno colossali figure di merda in seguito alle attività ricreative svolte, come ci insegnano i cinepanettoni.[citazione necessaria]
Tipico villaggio turistico in località marittima. - Elencheremo qui di seguito le principali tipologie di villaggi turistici esistenti al mondo. Si differenziano l'uno dall'altro per capienza, posizionamento geografico e qualità dell'intrattenimento/livello della sorveglianza detentiva[1].
Villaggi turistici in Africa - Le grandi compagnie che organizzano viaggi della tipologia Tutto compreso si sono chieste varie volte perché sprecare un tesoro paesaggistico e naturalistico come l'Africa, sebbene, come tutti sappiamo, sia vessata da alcune terribili piaghe, come le malattie veneree, l'AIDS e i negri. La risposta a queste domande è stata ovviamente per nessun motivo al Mondo. Si è quindi scelto di lucrare impunemente sulla povertà delle genti africane, sfruttando il loro territorio per accogliere turisti grassi e obesi, viziati e presuntuosi. A questi turisti spesso è precluso di visitare liberamente l'entroterra dato che è concreto il rischio di contrarre malattie virali e/o di rimanere coinvolti in uno scontro a fuoco tra guerriglieri; e poi tutti quei poveri fanno passare la voglia di spendere migliaia di euro fra ristoranti e negozietti offerti dalla direzione. Tra gli intrattenimenti offerti da queste strutture vi sono anche grandiosi tour naturalistici e/o safari nella savana africana, in cui i turisti provocano volutamente un branco di leonesse cercando di farsi mangiare, oppure vanno in visita presso le tribù di nativi locali, ad esempio i Masai, che li accolgono con l'ospitalità caratteristica del luogo e di chi sta morendo di fame e di sete:
- Turista: “Salve! Salve a tutti! Salve a te, buon uomo rinsecchito e smunto!”
- Uomo Masai: “Catturu da ctu! Da ctu! Catturu!”
- Turista: “Sì sì, grazie del benvenuto! Cara, dagli una caramella...”
Tradotta in italiano la frase del Masai significa più o meno Ti prego dammi dell'acqua! Ti prego! richiesta che comunque qualsiasi persona che non sia un turista capirebbe al volo semplicemente guardandosi intorno[2]. Per i villaggi sufficientemente vicini ai turisti è concesso di visitare le Cascate Vittoria, spesso producendo tanti rifiuti quanto l'intero stato di Lussemburgo che suscitano l'odio di tutta la popolazione locale.
La perdita dell’archivio della memoria
La fotografia è, in modo assoluto, un fenomeno sociale, e la condivisione è l’atto che ne determina l’esistenza in quanto tale.
L’archivio Storico della Memoria
Tutti noi, fin da ragazzini, abbiamo avuto tra le mani una macchinetta fotografica, inizialmente di basso costo, che è stata fedele compagna delle nostre scampagnate e vacanze. Lo scopo era di generare quei ricordi, sia di famiglia che del gruppo di amici che intorno a noi circolavano, per mantenerne memoria nel futuro, immagini custodite all’interno di album fotografici dove venivano appiccicate quelle stampe che meritavano di essere tramandate, album che venivano sempre riesumati nelle occasioni di incontro o di festeggiamento, ma che sempre erano lì, presenti ed immediatamente disponibili, pronti a garantire la loro funzione sociale.
La Diluizione dell’Archivio della Memoria
Poi, crescendo, ci siamo dotati di macchine fotografiche leggermente più elaborate, e siamo passati attraverso la grande rivoluzione della diapositiva che ha dato nuovi contenuti al momento della socializzazione. Nelle serate di incontro con gli amici le immagini erano ben visibili per tutti, in grande formato, grazie alla forza del proiettore che ne permetteva la fruizione immediata e diretta senza doversi accalcare in pochi alla volta per poter sbirciare su un piccolo album.
Inoltre la stampa delle immagini, sia per questioni di costo che per la disponibilità fisica di una diapositiva già direttamente visibile, si era nettamente ridotta …
purtroppo il difetto era che, volta per volta, occorreva organizzare tecnicamente la serata preparando il proiettore, i caricatori con la giusta sequenza delle immagini etc. Si stava così perdendo quella immediatezza nell’estrarre un album dal cassetto e, in un secondo, essere pronti a sfogliare il passato. La rapida socializzazione ha cominciato a rallentare.
La "Liberazione"delle Immagini
Oggi la fotografia è ancora più universalmente diffusa, e sempre più diventa fenomeno sociale, grazie alla rivoluzione digitale che premette di scattare migliaia di immagini senza doverne sopportare il peso economico legato ai costi di sviluppo e di stampa :
le nostre immagini si sono ‘liberate’ dai vincoli economici e questo ha scatenato un grande proliferare di scatti. Tale situazione si è ulteriormente estesa a macchia d’olio con il successivo sviluppo dei telefoni cellulari con ‘ capacità ‘ fotografica incorporata, tanto che anche le piccole macchinette a formato tascabile sono praticamente scomparse dalla scena.
Grazie ai cellulari ogni individuo possiede oggi una libertà di azione immediata e senza peso, e quindi può scattare immagini a profusione, in qualsiasi occasione e condizione, inclusi i malefici ‘selfie‘ che devono documentare non il posto (a futura memoria) ma il fatto che proprio tu eri presente in quel posto.
La Dispersione dell’Archivio della Memoria  Oggi le nostre immagini digitali giacciono nelle grandi capacità di memoria dei nostri computer dove vengono di fatto abbandonate e dimenticate, anche perché l’unico atto di socializzazione si è ormai limitato alla diffusione attraverso le reti dei vari social, diffusione legata alla immediatezza nel tempo e poi dimenticata anche all’interno di tale archivio …
La funzione sociale originaria di poter ‘sfogliare‘ insieme i ricordi, di fatto, è andata completamente perduta : nel grande ed attuale frastuono del ‘tutto è visibile e tutto è sempre disponibile‘ il tutto viene presto dimenticato e disperso.
 
 
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16 Dicembre 2023 - sabato - sett. 50/350
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Notizia dal Villaggio
Storielle
ATTRAZIONI FISICHE - L'occhio attira l'amore. (Proverbio toscano)
Il proverbio succitato vuol dire che in un ritrovo di persone, in una festa di ballo o al teatro, sempre l'occhio si ferma sulla donna amata. Ma vi son anche, diamine, altre attrazioni, altre leggi fisiche. V'è per esempio la gravità: forza per la quale tutti i corpi sono attratti verso il centro della terra. V'è per esempio la gravitazione universale: attrazione fra i vari corpi dell'universo. Naturalmente, se il corpo attratto verso il centro della terra è una chicchera di nessun valore, o un piatto da cucina, la gravità è minima; se invece è un prezioso pezzo di porcellana, la gravità inutile dirlo risulta infinitamente maggiore... Poi, giust'appunto, com'ebbe a scrivere Orio Vergani: Pare impossibile: ma anche le lagrime, le care lagrimucce delle ragazze innamorate, che, nelle sere di maggio, sotto i tigli dei viali, piangono di tenerezza e di gelosia tenendo il braccio del loro amore, anche le care lagrimucce che tremano sul ciglio delle ragazze innamorate e scendono lente a rigare le guance, obbediscono, nel loro piccolo, come i pianeti e le comete, alla complicatissima legge della gravitazione universale.
Villaggio turistico 1/2
Villaggi in Egitto - Sottotipo dei villaggi turistici in Africa sono i villaggi in Egitto. Essi si dividono in due tipi fondamentali, ovvero i Villaggi in località marittime ed i Villaggi in località di importanza storico-naturalistica. Ovvero:
Villaggi in località marittime: sono quei villaggi che si trovano lungo le coste del Mar Mediterraneo e permettono ai turisti di visitare città come El Cairo e risalire il Nilo fino a Luxor per poi essere sacrificati al Dio Amon Ra;
Villaggi in località di importanza storico-naturalistica: corrispondono a quei villaggi posizionati nell'entroterra in prossimità di luoghi come le Piramidi, la Valle dei Templi oppure le famigerate fonti del Nilo. Lo scopo principale dei turisti che si recano in codesti posti è quello di rimanere intrappolati in qualche sepolcro oscuro a profondità variabili dell'ordine delle decine di metri o morire in qualche tipo di scalata durante il tentativo di imitare Bear Grylls risalendo le fonti del Nilo.
Villaggi turistici in Asia/Medio Oriente - ‹‹Avvisiamo i gentili ospiti che il tour guidato dell'Indukush è stato rimandato. Alcuni contrattempi di carattere tecnico hanno portato alla morte l'autista del mezzo e alla distruzione del mezzo stesso. Ci scusiamo per il disagio e per farci perdonare stasera offriremo drink alcolici gratis al bar e ottime accompagnatrici al ristorante con caviale e champagne. Buona permanenza!››
Sono quella tipologia di villaggi turistici posizionati in località marittime come Pergamo, Rodi e alcune località pregne di storia nell'attuale Turchia nonché alcuni splendidi scorci di Terra Santa nei pressi della Palestina. In questi villaggi accade che sia vietato ai turisti visitare liberamente l'entroterra della regione in cui esso si trova, dato che vige lo stato di pre-allarme continuamente e sono considerate zone di guerra. Può succedere, ad esempio, che, di sera in un villaggio nei pressi di Acri, un padre possa dire alla sua pargoletta, tenendola in braccio teneramente ed indicando splendide luci in lontananza:
« Guarda, piccola! Guarda che bei fuochi artificiali laggiù! Chissà cosa si festeggia... » - (Turista sotto l'effetto di oppiacei alla sua figlioletta)
Mania religiosa - (10-11 luglio 1879)
All'Ospedale Maggiore, fu ieri condotta una povera donna sui trent'anni, civilmente vestita, la quale, trovandosi al Foro Bonaparte, cacciava grida e commetteva atti da manicomio. Un vigile urbano, benché aiutato da due cittadini, dovette durar fatica per metterla in un "brougham". Giunta all'ospe dale, la poveretta divenne furiosa: essa è colpita da mania religiosa. A quale famiglia appartiene l'infelice?
-Presentazione di Busto Arsizio 1/2
Storia della nostra Città in... cento righe
Nell'« Almanacco delle Famiglie cristiane» edito in lingua italiana a Einsiedeln (Svizzera) nel 1938, la nostra Città è illustrata con la seguente felicissima presentazione che ci piace riprodurre.
Al viaggiatore che dal Sempione discende in Italia, oltrepassate le splendide rive del Lago Maggiore e inoltratosi nella pianura oltre il Ticino, si offre lo spettacolo di una zona in cui l'agricoltura quasi mancante nelle enormi distese di brughiere aride e desolate è soverchiata da una selva di ciminiere e di capannoni di stabilimenti e manifatture. È la ben nota zona fra Gallarate e Legnano, cioè tra i due fiumi del Ticino e dell' Olona, in mezzo ai quali, quasi a eguale distanza, siede la città di Busto Arsizio, detta la Manchester d'Italia per il forte sviluppo della sua industria cotoniera. Una secolare evoluzione ha portato quel centro alla posizione attuale, da lontane ed oscure origini che si perdono nella notte dei tempi e che hanno la loro migliore testimonianza nel nome Bustum indubbiamente roma no, a cui nel medioevo venne aggiunto per tautologia Arsizium o Arsicium con riferimento alla natura del territorio circostante senza acque correnti, arsiccio. Nell'epoca gallo-romana non fu che un posto militare sulla strada che da Mediolanum (Milano) portava oltre le Alpi attraverso il Sempione ; e ritrovamenti di armi in larga quantità nelle vicinanze lo confermano. L'invasione longobarda più tardi vi lasciò la sua traccia nelle due chiese di S. Giovanni Battista e di S. Michele, i santi protettori della loro nazione. Pergamene del secolo XII danno ancora presenti a Busto persone che vivevano secondo la legge longobarda. Verso il mille il locus de Busti è un feudo di una famiglia di Capitani di Milano; ha un castello e comincia a farsi sentire nei contrasti fra il popolo, i feudatari minori e i militi, dalle lotte dei quali doveva poi sorgere il Comune.
A metà del secolo XIII Busto Arsizio diventa borgo: i suoi Capitani non hanno ormai più autorità e vivono a Milano da nobili signori; la popolazione attende ai lavori e ai traffici e forma la Comunità retta da consoli e dal Consiglio di vigilanza, in dipendenza dell'autorità del Comune di Milano che ha sconfitto nelle vicinanze di Busto l'imperatore Federico Barbarossa ed ha spezzato per sempre l'autonomia del Contado del Seprio, di cui faceva parte anche il nostro borgo, consacrando la sua giurisdizione su di esso nella pace di Costanza.
Il castello dei Capitani diventa un elemento della cintura di fortificazioni dell'alto milanese. Quando scoppia la guerra fra la famiglia dei Torriani e quella dei Visconti per la signoria di Milano, Busto parteggia per questi. Nei primi anni del Quattrocento è attaccata da ribelli condottieri dei Visconti ormai duchi di Milano: durante la Repubblica Ambrosiana passa diverse volte dalle mani di Francesco Sforza a quelle della Repubblica. Ma intanto, già con l'ultimo Visconte, il duca Filippo Maria, Busto Arsizio è staccato dal Vicariato del Seprio e costituito a capo della pieve di Olgiate Olona con un proprio podestà.
Questo progresso amministrativo era intimamente legato agli sviluppi demografici ed economici del borgo. La sua popolazione era andata crescendo di numero ed importanza, mercanti bustesi sciamavano a Milano e in altre regioni, esportavano in Germania e nella Svizzera tessuti di lana e di cotone lavorati nel borgo, metalli trafilati, cuoi, spezierie. Fin dal Trecento la filatura e la tessitura erano tra le occupazioni della popolazione bustese e dei monasteri delle Umiliate e in quello delle Agostiniane fondato un secolo dopo.-
 
 
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17  Dicembre 2023 - Domenica - set t. 50/351
redigio.it/rvg100/rvg-50-351.mp3 - Te la racconto io la giornata
Notizia dal Villaggio
Cosi' di raccontava
El pover sindic . - I dispiasè comincen la matinna perchè se pioeuv, se fiocca, se fa frecc la colpa de chi l'è, porca martinna? Del sindich, che '1 doveva slargà i tecc!
Se ai can, se sa, ghe scappa de pissà, sont semper mi quell che ghe va de mezz L'è tutta colpa mia, se la città a pocch a pocch, l'è diventada on cess!
O Sant Ambroeus, a tì la te va mej: cont la toa gesa, cont i "oh bej, oh bej Femm cambi: tì te vegnet giò a Milan insemma ai tò romponi de ambrosian, e mi vegni sul tron in mezz al ciel, a cuntà sù i pissad, ma di candel!
Cosa preparo oggi
La zucca al forno - Ma che zuccona! Me l'è gialda! Se te 'n fet? L'è pei conili?» «Pei conili? Inscì bella
e madura, insci carnosa? L'è per mi e per i me che 'n van matt istess de mi. Sta a senti... la svoj, la peli, la tro a fett gròss on dida, ie remondi tutt intorno, ie distendi su la lastra, ie pennelli de butter, ie someni ben de zuccher, ie metti in forno a coeus. Quand in cott ie impiatti in fila ie cospargi anmò de zuccher e ghe voj sù bondant maraschin, ma del miglior.. Bonna calda, bònna fregia, Mi 'n vo matt. L'è 'na bontà. Voeuri fatela sagià.
Villaggio turistico 1/3
Villaggi turistici in luoghi caldi - È la tipologia più diffusa al Mondo. Si possono trovare praticamente in qualsiasi luogo situato nella fascia equatoriale del nostro Pianeta. Si caratterizzano per le splendide spiagge ed il mare cristallino che offrono ai loro ospiti, dotati di ogni confort e di riserve infinite di drink analcolici e alcolici. In Indonesia insieme ai turisti paganti spesso si possono trovare alligatori e Pesci Pene intenti a far banchetto dei più sprovveduti.
Villaggi turistici in luoghi freddi
Nonostante voi crediate di no, ed io non vi biasimo per questo, esistono delle persone che, d'estate, alla corroborante e salutare calura delle spiagge preferiscono il gelo morenico delle valli dell'Antartide o quello ghiacciato delle distese dell'Artico. A queste persone si rivolgono le migliaia di villaggi turistici costruiti all'interno delle due fasce polari o poco lontane da esse in posti come la Groenlandia, la Siberia, l'Alaska, le Isole Svalbard, l'Islanda e nella Terra del Fuoco in America del Sud. A questi turisti viene offerta la possibilità di morire di freddo esplorando le impervie distese selvagge di codesti territori, oppure di morire di rilassamento in una sauna islandese.
Analisi delle tipologie di animatori
   La stessa cosa ma di più: Animatore turistico. - Capo del reparto intrattenimento di un villaggio turistico incazzato perché lo spettacolo conclusivo non è ancora pronto e ha solo un quarto d'ora prima di entrare in scena.
Esamineremo nel dettaglio ciò che sino a questo momento abbiamo volutamente ignorato, ovvero gli Animatori. In un villaggio turistico essi sono fondamentali, dato che ai turisti bisogna dare l'illusione di possedere ancora una certa libertà una volta entrati nelle strutture. Per far questo gli animatori riescono ogni giorno ad inventarsi una minchiata diversa, atta a nebulizzare le gonadi in particelle minuscole, di dimensioni confrontabili con quelle dell'atomo di idrogeno. Ed ecco perché sono stati registrati spesso casi di improvvisi scatti violenti da parte delle persone recluse in questi Villaggi, che prendevano ad urlare frasi sconnesse uccidendo la gente che incontravano con le metodologie più disparate:
« TE LO DO IO IL TIRO CON L'ARCO ZEN! VAFFANCULO TU ED I SETTE KARMA! MUORI! » - (Un tizio folle di rabbia impugnando un arco sul punto di scoccare una freccia)
« HAI ROTTO IL CAZZO TU E I BALLETTI, L'HAI CAPITO??? MUORI...MUOOOORIIII... » - Un altro tizio strangola un povero animatore)
« COME TI PERMETTI DI DIRE CHE HO LA CELLULITE?? COME TI PERMETTI?? » - (Donna incinta che stava facendo acqua gym con un'animatrice che, avendo partorito per la rabbia, pesta l'animatrice con il proprio figlio appena nato)
Indubbiamente questi sono casi limite ma fanno riflettere sullo stress e sulla pressione che sono costretti a subire gli animatori per  contenere i turisti e le loro smanie, essendo loro sfruttati e sottopagati come animali da soma[3].
Suicidio svedese - (29-30 maggio 1879)
Dura consigliatrice la miseria! I vigili urbani trovavano ieri verso le cinque e mezzo, accovacciato presso la porta d'una casa di via Torino, un uomo. Le sue membra tremavano; parevano quelle d'un paralitico. Credendolo colpito da malore, lo rialzarono, e messolo in una pubblica vettura lo condussero all'Ospedale Maggiore, dove  si conobbe che quel dissennato era in preda ad atroci dolori causati da un avvelenamento. «Che cosa avete fatto?»> gli domandarono i medici. Egli confessò tutto: disse che spinto dalla miseria aveva ingoiato tre mazzi di fiammiferi. Fra le carte rivenute gli addosso, si trovò un certificato di buona condotta intestato a nome di Luigi Centini, di anni quaranta, nato e domiciliato in Besozzo, Como! Era il suo.
AA GIUBIANA DUL DÌ SCENEN
L'ultimo giovedì del mese di gennaio è il dì scenen e va festeggiato col risotto cunt'aà luganiga. E dopo il risotto, accompagnato da una buona dose di vino (parché l'é dùu da mandà giù), si dà fuoco alla Giubiana. La gente è stanca dell'inverno uggioso ed aspira alla primavera. Bruciando la Giubiana intende liberarsi, almeno idealmente, del freddo. Tutti sono riuniti in casa, al dì scenen, con parenti o amici.
Il risotto sta alla base della riunione, ma il pretesto è lo spettacolo della Giubiana. Intanto che la massèa, con la padella attaccata alla catena del camino, trusa il risotto col cazü, i ragazzi devono starle attorno armati di randello, in difesa della stessa padella perché, se non si sta attenti, la Giubiana fa dei brutti scherzi: è capace di scendere dal camino e portare via risotto e luganiga. I ragazzi stanno attenti e talvolta, col pretesto di far scappare la Giubiana, qualche legnata in testa se la danno fra di loro. La preparazione della Giubiana richiede per i ragazzi un notevole lavoro. Prima di tutto, bisogna prendere due pali di legno e fissarli in croce con qualche chiodo, poi rivestire il legno con della paglia che viene avvolta con stracci legati bene. Non manca che un cappello e il pagliaccio è pronto da portare in giro per le strade di campagna, al grido di: "Gioeubia! Gioeubia!". Si forma dietro ai pagliacci un corteo schiamazzante di ragazzi e si fa il giro di tutti i cascinali.
I monelli attendono che si faccia buio per dar fuoco alla prima serie di pagliacci, che viene accesa all'uscita degli stabilimenti, per far spaventare... i dònn. La seconda serie si effettua dopu mangià ul scenén ed ha lo scopo di assicurare la buona digestione.
 
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