Lago-di-Monate-1

 
Lago-di-Monate-1
 

Lago

 
Lago di Monate
 
Il lago di Monate e' impostato su un catino naturale, costituito essenzialmente da depositi glaciali fini e pressoche' impermeabili; tale caratteristica dovrebbe essere assicurata dalla presenza delle argille di Gunz che, nella zona, sono visibili a SW del lago di Comabbio, oppure da differenziazioni argillose in seno alle sovrastanti morene Wurmiane.
Dove i depositi morenici risultano meno impermeabili, per l'aumento degli elementi grossolani oppure per la diminuzione della componente limosa, si possono verificare perdite sotterranee, di cui si fara' cenno piu' oltre.
Lo spessore dei terreni quaternari nella zona in esame e' molto vario: da qualche metro a decine di metri: ma localmente lo spessore puo' avvicinarsi al centinaio di metri, come risulta da alcuni sondaggi eseguiti nella zona immediatamente a SE del lago di Monate.
Il sottostante substrato roccioso e' costituito da una monoclinale immersa verso WSW che porta ad affiorare i termini piu' antichi verso oriente ( Cretaceo di Cazzago Brabbia) e quelli piu' recenti verso Ovest (Oligocene di Osmate- Monte Pelada), come illustrato nella sezione geologica A (fig. 5).
Procedendo da est verso Ovest e quindi dai termini stratigrafici piu' antichi a quelli piu' recenti, si puo' osservare, facendo riferimento alle figure 2,3 e 5, quanto di seguito descritto.
- A Cazzago Brabbia, in corrispondenza della costa meridionale del lago di Varese, affiorano arenarie grossolane appartenenti al Cretaceo Superiore
- Tra Faraona e ternate, a est del lago di Monate, si sviluppa l'importante affioramento dei calcari Nummulitici dell'Eocene, costituito da oltre 50 metri di calcari, brecciole calcaree e marne, regolarmente stratificati. Questa formazione, denominata "Ternate" e' oggetto di coltivazione in cave aperte lungo il crinale S. Maria.
- A Sud e SW del lago di Monate, nei rilievi di M. Pelada, tra Osmate e Comabbio, affiora la massiccia successione di conglomerati e arenarie rossastri costituenti il membre superiore denominato " Como" della formazione delle Gonfolite di eta' Oligocenica. Lo spessore di questi terreni affioranti nella zona e' di circa 160 metri.
Vi e' da osservare inoltre che tra i calcari Nummolitici di faraone e il sovrastante membro conglomeratico della Gonfolite, cui si e' fatto ora cenno, si sviluppa una successione marnosa di spessore valutabile tra i 100 e i 300 metri ( Membro marnoso della Gonfolite denominata "Chiasso") che, nella zona in studio non affiora perche' ricoperto dalle morene e dallo stesso lago di Monate, il quale probabilmente si e' impostato in corrispondenza delle marne in oggetto, data l'agevole erodibilita' di queste. Dal punto di vista strutturale, si e' accennato al fatto che la zona e' caratterizzata da un generale andamento monoclinalico, con immersione verso WSW di 15° 25° circa. Cio' non esclude tuttavia la probabile presenza di alcune dislocazioni, difficilmente individuabili a causa della copertura quaternaria, ma suggerite da qualche particolare situazione geologica presente nella zona del lago di Comabbio e del Canale Brabbia. Si tratta in particolare dell'affioramento ocenico di varano Borghi, non facilmente raccordabile con le marne oligoceniche di Inarzo-Bernate, come pure, piu' a sud, dell'ocene di Oneda in rapporto ai conglomerati oligocenici di M. Pelada.

Idrogeologia

 
Idrogeologia del bacino del lago di Monate
 
Nella delimitazione del bacino idrologico si e' tenuto conto degli elementi di superficie e di quelli sotterranei.
Secondo la situazione superficiale, il bacino idrografico risulta esteso su un'area di 5.75 Kmq, ivi compresa la superficie lacustre pari a 2,52 Kmq.
Prendendo in considerazione la situazione sotterranea della zona a SE di Travedona, dove l'assetto degli strati ocenici, immersi verso occidente, e' tale da favorire la percolazione sotterranea delle acque verso il lago, l'area del bacino risulta incrementata di 0,74 Kmq.; tenendo conto di questa appendice sotterranea, la superficie complessiva del bacino idrologico reale e' di 6,49 Kmq.
In base alle caratteristiche fisiche, i terreni affioranti nell'ambito del bacino possono essere suddivisi nelle due seguenti classi:
a) - Terreni coerenti, prevalentemente impermeabili: a questa classe appartengono i vari termini del substrato terziario, e cioe' i calcari nummulitici dell'Eocene, nonche' i membri marnoso e conglomeratico della Gonfolite ologocenica; si osserva tuttavia che localmente i calcari eocenici possono dare luogo ad una certa permeabilita' per fratturazione. A questa classe si possono scrivere inoltre le argille del Gunz che costituiscono, ove presenti, la parte basale dei depositi quaternari.
b) - Terreni incoerenti, con permeabilita' modio bassa: vi appartengono i depositi glaciali (morene) fluvio-glaciari e lacustri del Quaternario. Questi depositi presentano caratteristiche di permeabilita' molto variabili, essendo costituiti da sabbie argillose, sabbie ghiaiose, ghiaie e argille; il limo e' diffuso e talora prevalente, influenzando direttamente il grado di permeabilita' dei sedimenti. In questi termini sono presenti serbatoi idrici in corrispondenza degli orizzonti clastici dotati di maggiore permeabilita' ma in generale il grado di permeabilita' e' piuttosto basso.
Nell'ambito del bacino imbrifero di Monate i terreni prevalentemente impermeabili (Classe a) affiorano soltanto del 13% circa sulla superficie e cioe' in  corrispondenza della dorsale di Faraona-Ternate e dei rilievi di M. Pelada, tra Osmate e Comabbio. Il rimanente 87% dell'area e' ricoperto da sedimenti quaternari, con permeabilita' mediamente bassa (Classe b).
Il bacino e' caratterizzato da apporti di natura esclusivamente meteorica che alimentano, precipitazione diretta, il lago e, per percolazione e infiltrazione sotterranea, la falda idrica; quest'ultima si estende intorno al lago, impregnando i serbatori naturali che contornano il bacino; la superficie freatica e' inclinata verso il lago e si raccorda con la superficie lacustre. Il rapporto tra l'area del bacino imbrifero, che e' molto modesta, e quella del lago e' tale da rendere piuttosto difficoltoso e lento il rinnovo delle acque del lago, a causa del limitato volume degli afflussi nel bacino.
I deflussi del bacino avvengono attraverso un solo emissario, il torrente Acqua negra, che da Travedona raggiunge il lago maggiore.
Le osservazioni effettuate in superficie e alcune indicazioni del sottosuolo consentono di affermare che il lago di Monate e' s soggetto a qualche perdita idrica nel sottosuolo. Si tratta verosimilmente a percolazioni sotterranee di entita' piuttosto modesta che hanno luogo nella zona sud del lago, presso la cascina della Palude, verso il bacino di Comabbio, nonche' lungo il versante situato a NW dell'abitato di Monate, verso il bacino dell'Acqua Nera: in quest'ultima zona si individuano in particolare alcune sorgenti, la cui portata complessiva e' valutata intorno a 4-5 litri/s, situate a zone comprese tra i 230 e i 255 metri circa e certamente alimentate dalle acque del vicino lago di Monate, che si infiltrano attraverso le morene delimitanti il lago stesso verso nord.
Non si hanno invece indizi di perdite lungo il limite orientale del bacino imbrifero (zona Travedona-Moncucco), ne' verso WSW (Cadrezzate-Osmate), cio' dovrebbe essere dovuto alla presenza del substrato roccioso a modesta profondita', quindi in grado di assicurare l'impermeabilita' del bacino in questa zona.

Precipitazioni

Relazioni tra precipitazioni, livello del lago e portate all'emissario
 
Le misurazioni finora eseguite sul livello del lago e sulle portate dell'emissario Acqua Nera sono purtroppo limitate a un periodo brevissimo, tra giugno e novembre 1981. L'acquisizione dei dati e' stata curata dall'Ing. E. Magni. Nell'attesa di poter disporre, come e' auspicabile per una migliore conoscenza del comportamento idrologico del lago, di registrazione piu' prolungate e possibilmente continue , sia delle precipitazioni che delle variazioni di livello lacustre e delle portate all'emissario, sono state analizzate quelle attualmente disponibili, con lo scopo di ricavare qualche indicazione di interesse pratico anche per gli altri studi, con particolare riferimento a quelli chimico-fisici e biologici.
Un elemento basilare a tale riguardo e' rappresentato dalle modalita' che presiedono al ricambio idrico del bacino lacustre, in quanto la conoscenza di tale fenomeno puo' opportunamente indirizzare la scelta e la priorita' degli interventi.
Con tale finalita' pratica, sono stati raffrontati i dati finora registrati presso Casa Mandelli a Travedona (livelli del lago e portate all'emissario Acqua Nera) con le precipitazioni dello stesso periodo, registrate presso la stazione di Ispra-CCR, la cui distanza del lago di Monate e' di soli 2,2 Km.
Ovviamente si ha ottima correlazione tra l'andamento dei livelli lacustri e le portate  all'emissario: un aumento del livello e' sempre accompagnato da un corrispondente incremento della portata in uscita dal bacino e viceversa. Nel periodo in esame e' stata registrata una variazione del livello del lago di 26,5 cm. con un massimo livello in giugno e minimo in settembre; le portate misurate nello stesso periodo variano tra un massimo di 2185 l/s in giugno e un minimo di 13 l/s in settembre.
Piu' interessante risulta il confronto tra variazioni del livello lacustre e precipitazioni, quando queste ultime vengono esaminate per periodi stretti, ad esempio decadali. Tale confronto riportato nella fig. 7, indica innanzitutto che nel periodo giugno-agosto la moderata piovosita', accompagnata da forte evaporazione, causo' un progressivo abbassamento del livello del lago e soltanto le prime importanti precipitazioni autunnali( terza decade di settembre) riportano la superficie lacustre ad un livello elevato che ridiscese in seguito, a causa del successivo periodo secco di novembre. Un dettaglio si rileva come ogni incremento e diminuzione della piovosita' dia luogo a inversioni della tendenza in atto a cio' avvenga di solito in maniera attenuata e con certo ritardo; l'entita' del ritardo risulta inversamente proporzionale alla intensita' delle precipitazioni. Il ritardo minore nella reazione tra piogge e aumento del livello del lago si verifica infatti in coincidenza con le punte pluviometriche piu' elevate, come quelle registrate nella terza decade di settembre (210 mm.). Si nota inoltre che l'abbassamento di livello avviene in generale con maggiore gradualita'  rispetto al fenomeno inverso.
In base alle osservazioni sovraesposte, il regime idrologico del bacino in esame risulta strettamente legato alle condizioni pluviometriche, le quali, seppure con modesti ritardi, influenzano direttamente sia il livello del lago che le portate dall'emissario Acqua Nera.
E' certo che con l'acquisizione di nuovi dati, le osservazioni di cui sopra potranno essere utilmente verificate e affinate.

Pluvio e Termo

 
Caratteristiche pluviometriche e termometriche
 
Ai fini della ricostruzione del bilancio idrico del bacino di Monate, sono stati raccolti ed elaborati i dati sulle precipitazioni e le temperature, registrati presso le sei stazioni pluviometriche di Gavirate, Ispra, Varano Borghi, Azzate, Miorina e Ispra-CCR, situate entro il raggio di una decina di Km. dal lago. Dalle prime cinque stazioni sono state utilizzate le registrazioni del periodo 1921-1972 (valore mediati su 52 anni), mentre per la stazione di Ispra-CCR, entrata in funzione successivamente alle altre, il periodo utile si estende dal 1959 al 1983 (25 anni).
L'insieme dei dati raccolti ha consentito la ricostruzione delle isoiete annuali (fig. 8) dell'andamento delle precipitazioni medie mensili (fig. 9) e delle temperature medie mensili e annue.
Tutti questi elementi sono stati utilizzati per le elaborazioni del bilancio idrico del bacino, a cui il capitolo seguente.
Le isoiete della regione indicano un regolare incremento delle precipitazioni da Sud verso Nord, con una componente secondaria da Est verso Ovest; tale incremento e' determinato dall'influenza dei rilievi montuosi presenti a nord e del lago Maggiore a Ovest.
Le variazioni pluviometriche nell'ambito della zona considerata sono molto accentuate: dai 1254 mm. di Miorina (Sesto calende) si passa a meno di 15 Km. ai 1789 mm. di Ispra.
Il regime delle precipitazioni (fig. 9) mette in evidenza due periodi di maggiore piovosita', con massimi in maggio e in ottobre. Abbastanza sostenute risultano anche le precipitazioni estive, che assumono grande importanza nel bilancio idrico, in quanto contribuiscono ad attenuare l'abbassamento temporaneo della falda freatica nel periodo piu' critico dell'anno, riducendo anche i tempi di ricarica della stessa. Il minimo pluviometrico estivo si registra in luglio, mentre il periodo meno piovoso dell'anno si estende tra dicembre e febbraio.
Per quanto riguarda le temperature, si ha un valore medio annuo di 11,5° con la minima delle medie mensili in gennaio 1,9° e la massima in luglio 21,3°.

Bilancio idrico

 
Bilancio Idrico
 
Il bilancio idrico e' stato impostato tenendo conto delle peculiarita' idrologiche del bacino, precedentemente descritte e, in particolare: che la totalita' degli afflussi e' stata dalle precipitazioni atmosferiche; che il bacino e' costituito, nell'insieme, dai terreni a permeabilita' bassa; che alcune perdite sotterranee influenzano, seppure modestamente, il bilancio idrico del lago di Monate; che, infine, le ridotte dimensioni del bacino comportano modeste quantita' di afflussi.
Utilizzando tutti gli elementi disponibili, e' stato elaborato un bilancio idrico preliminare, su base annuale, impostato sull'equazione:
Q = P - E -q
dove Q e' la postata all'emissario (deflusso), P e' l'afflusso dovuto alle precipitazioni atmosferiche, E e' l'evapotraspirazione reale e rappresenta le perdite per evaporazione e traspirazione dal suolo, dalla vegetazione e dalla superficie lacustre; q rappresenta infine le perdite sotterranee del bacino.
In questa fase di ricostruzione del bilancio, Q rappresenta l'incognita, il cui valore e' ottenuto direttamente dall'equazione di cui sopra; tale valore potra' essere soggetto di riscontro soltanto in un secondo tempo, quando si disporra' di adeguate informazioni sui deflussi mediante misure direte all'emissario.
P e' stato assunto come valore medio, pari a 1520 mm. delle precipitazioni annuali, ricavato dalla carta delle isoiete (fig. 8).
I valori dell'evapotraspirazione sono calcolati con il metodo di Thornthwaite (H. Scholler, 1962 e G. Castany, 1968) utilizzando nell'elaborazione le temperature registrate nella stazione di Ispra-CCR. Si e' ottenuto un valore di 717 mm/a per la porzione del bacino imbrifero esterna al lago;per quanto riguarda invece la E della superficie lacustre, e' stato applicato un coefficiente fisso, scelto fra quelli sperimentati in campo internazionale su situazioni geo-ambientali analoghe a quelle del lago in studio; il coefficiente scelto corrisponde al valore di 0,85 P (G. Castany, 1968). Avendo addottato una altezza di precipitazioni medie annuali di 1520 mm., il valore di E cosi' calcolato risulta pari a 1292 mm. che, al confronto con alcuni dati di altri laghi italiani (L. Cati, 1981), puo' considerarsi del tutto accettabile, anche se tendenzialmente eccedente rispetto a tali dati.
Il valore q e' stato stimato in 10 l/s (pari a 315.000 mc/a), tenendo conto delle portate misurate nelle sorgenti a NW di Monate (4-5 l/s), cui si e' accennato in precedenza, raddoppiate in considerazione che analogo fenomeno si ritiene avvenga nel sottosuolo di Cascina della Palude, all'estremita' meridionale del lago; si tratta ovviamente di un valore indicativo, che non dovrebbe comunque scostarsi molto dalla situazione reale.
Non si e' ritenuto invece opportuno di introdurre nel bilancio altre voci, il cui contenuto volumetrico e' irrilevante o difficilmente valutabile; ci si riferisce in particolare agli apporti provenienti dall'esterno del bacino tramite acquedotto e agli scarichi domestici, che in parte defluiscono nel lago e in parte vengono convogliati al di fuori del bacino. Altrettanto dicasi degli affluenti provenienti dalle rarissime unita' artigianali e industriali della zona.
Di seguito vengono esposti i risultati del bilancio idrico annuale, che e' stato elaborato tenendo conto che la superficie del bacino idrologico reale ( compresa l'appendice sotterranea) e' di 3,97 Kmq, a cui si aggiungono 2,52 Kmq dell'area lacustre, per un totale di 6,49 Kmq.
 
 
Afflussi
P1 = 1,520 m/a x 3,97 Kmq = 6.034.000 mc/a (esclusa sup. lacustre)
P2 = 1,520 m/a x 2,52 Kmq = 3.830.000 mc/a (sup. lacustre)
P1 + P2 = 9.864.000 mc/a (Totale precipitazioni)
 
Evapotraspirazione
E1 = 0,717 m/a x 3,97 Kmq = 2.846.000 mc/a (Esclusa sup. lacustre)
E2 = 1,292 m/a x 2,52 Kmq = 3.255.000 mc/a (sup. lacustre)
E1 + E2 = 6.101.000 mc/a (Totale evapotraspirazione)
 
Deflussi
Q = P - E - q = 9.864.000 - 6.101.000 -315.000 = 3.448.000 mc/a = 109,3 l/s.
 
Questi dati mettono in evidenza che nell'annata media gli afflussi sono complessivamente dell'ordine di 9,9 milioni di mc, pari al 35%, costituiscono in deflusso del bacino, che corrisponde quindi a circa 110 l/s, quale valore medio nell'anno. Le perdite idriche del bacino sono globalmente circa 6,4 milioni di mc, quasi interamente causate dall'evapotraspirazione (95%) e soltanto di 5% alle perdite sotterranee.
Considerato che il volume di acqua del lago di Monate e' valutabile in circa 45 milioni di mc. il deflusso teorico del lago nell'anno risulta pari al 7,6 % del volume del lago stesso.
Oltre al bilancio idrico dell'annata di piovosita' media, ora illustrato, sono stati calcolati altri due bilanci, riferiti a due annate caratterizzate da piovosita' rispettivamente scarsa e molto abbondante; cio' al fine di poter valutare le influenze prodotte nel bilancio dalle estreme variazioni degli afflussi annuali.
Nell'elaborazione di questi due bilanci sono stati utilizzati i dati delle precipitazioni del 1962, quale annata scarsamente piovosa (1.089 mm), e del 1963, abbondantemente piovosa (2.146 mm.). Per quanto riguarda l'evapotraspirazione, si e' tenuto presente il concetto che il volume di acqua evaporata dalla superficie lacustre non e' influenzato dagli afflussi, per cui nel calcolo di E2 e' stato introdotto lo stesso valore calcolato per l'annata media (1.292 mm.) Per le perdite sotterranee e' stato mantenuto invariato il valore di 315.000 mc/a, ritenendo che esse non siano influenzate in maniera significativa dalle precipitazioni.
Sono stati ricavati i seguenti dati:
 
Annata con piovosita' scarsa (11962)
P1 = 1,089 m/a x 3,97 Kmq = 4.323.000 mc/a (esclusa sup. lacustre)
P2 = 1,089 m/a x 2,52 Kmq = 2.744.00 mc/a ( superficie lacustre)
P1 + P2 = 7.067.000 mc/a (Totale afflussi)
 
E1 = 0,5516 m/a x 3,97 Kmq = 2.048.000 (Esclusa sup. lacustre)
E2 = 1,292 m/a x 2,52 Kmq = 3.256.000 mc/a (superficie lacustre)
E1 + E2 = 5.304.000 mc/a (Totale evapotraspirazione)
 
deflusso Q = 7.067.000 - 5.304.000 - 315.000 = 1.448.000 mc/a = 45,9 l/s.
 
 
Annata con piovosita' abbondante (1963)
P1 = 2,146 m/a x 3.97 Kmq = 8.520.000 mc/a (esclusa sup. lacustre)
P2 = 2,146 m/a x 2,52 Kmq = 5.408.000 mc/a /superficie lacustre)
P1 + P2 = 13.928.000 mc/a ( totale afflussi)
 
E1 = 0,700 m/a x 3,97 Kmq = 2.779.000 mc/a (esclusa superficie lacustre)
E2 = 1,292 m/a x 2,52  Kmq = 3.256.000 mc/a (superficie lacustre)
E1 + E2 = 6.035.000 mc/a (Totale evapotraspirazione)
 
Deflusso Q = 13.928.000 - 6.035.000 -315.000 = 7.578.000 mc/a = 240,3 l/s
 
 
La tabella che segue riassume i risultati dei tre bilanci, esperimento i bilanci in milioni di mc, approssimati alla seconda cifra decimale:
 
 
       Annata piovosita'       Annata piovosita'       Annata piovosita'
       Scarsa 1962       media 1921-1983       abbond. 1963
-------------------------------------------------------------------------------------------
Afflussi       7,07       9,96       13,93
Evapotraspirazione       5,30       6,10       6,03
Perdite sotterranee       0,31       0,31       0,31
Deflusso       1,45       3,45       7,58
 
Si puo' notare innanzitutto la notevole differenza degli afflussi che si possono avere in due annate diverse; tale differenza si accentua notevolmente ( fino a quasi cinque volte) nei valore dei deflussi, i quali risentono in maniera molto accentuata delle variazioni delle precipitazioni. Variazioni molto contenute si osservano invece nelle perdite per evapotraspirazione, che nei tre casi si mantengono tra i 5,3 e 6,1 milioni di mc ed e' proprio questa modesta variabilita' che da luogo a importanti differenze nei deflussi: 1,45 milioni di mc nell'annata secca, 3,45 nella media e ben 7,58 in quella molto piovosa.
In percentuale l'evapotraspirazione varia, rispetto agli afflussi, dal 75% (annata secca) al 43% (annata molto piovosa), mentre negli stessi due casi il deflusso rispetto agli afflussi varia tra il 20% e il 54%.
I dati emersi dai due bilanci complementari di cui sopra indicano che il regime idrologico del bacino e' soggetto, di anno in anno, a notevoli variazioni di comportamento, soprattutto in funzione degli afflussi, di cui e' stata messa in evidenza anche l'importanza indiretta nei confronti del deflusso.
 
Comportamento mensile del bilancio idrico
 
Con i dati a disposizione e' stata effettuata anche l'elaborazione di un bilancio mensile preliminare per l'anno di piovosita' media; tale bilancio fornisce l'andamento degli afflussi e delle perdite per evapotraspirazione, ponendo in evidenza mese per mese i periodi di alimentazione eccedente, quindi di elevati deflussi all'emissario, di perdita di riserve (abbassamento della falda freatica e deflussi all'emissario tendenti allo zero) e infine alla ricostituzione della riserva idrica sotterranea.
L'elaborazione e' stata effettuata, come in precedenza, secondo il sistema di Thornthwaite, utilizzando le registrazioni termo-pluviometriche della stazione di Ispra-CCR.
Nella fig. 11 e' riprodotto il grafico del bilancio che indica l'evoluzione dell'alimentazione pluviale e delle riserve sotterranee del bacino nel corso dell'anno.
Si puo' osservare che si ha eccedenza di alimentazione da gennaio a giugno, perdita di riserve in luglio, ripristino di queste durante i mesi di agosto settembre ed, infine ritorno alla situazione di sovraalimentazione nell'ultima parte dell'anno.
Ne consegue che il periodo di minore ricambio idrico e quindi piu' critico del lago dovrebbe aversi tra giugno e settembre. E' ovvio che la durata del periodo critico sara' piu' lunga in concomitanza con una stagione poco piovosa e viceversa.
Per quanto riguarda il ricambio idrico, si puo' ritenere che i movimenti delle acque del lago siano generalmente limitati agli strati superficiali, come indica la stretta correlazione tra precipitazioni e deflussi, messa in evidenza dalle registrazioni effettuate nel 1981 all'emissario Acqua Nera e commentate in precedenza.
Si osserva inoltre che, nella maggior parte dell'anno, tra aprile e novembre compresi, la stratificazione termica della massa lacustre ostacola il movimento delle acque profonde, piu' fredde di quelle sovrastanti, per cui il rimescolamento dell'intero volume idrico, ad opera del vento, puo' eventualmente verificarsi soltanto quando si hanno condizioni di isotermia. Tali condizioni si producono normalmente nel periodo piu' freddo dell'anno, quindi tra dicembre e marzo.
La lentezza del ricambio idrico del lago di Monate e' confermata dal valore del tempo teorico di rinnovo delle acque, ricavabile come rapporto tra volume del lago (45 milioni di mc) e il deflusso annuale medio (assunto in 3,45 milioni di mc.); esso risulta molto elevato, superiore ai 13 anni. E' questo un dato da tenere in seria considerazione nell'ambito degli studi e degli interventi di difesa ambientale della zona in esame.

Conclusioni

 
Conclusioni
 
Le indagini idrogeologiche precedentemente illustrate hanno permesso di acquisire una buona conoscenza specifica del bacino; e' una conoscenza di importanza essenziale anche per le altre componenti di studio, ai fini dell'interpretazione dei processi connessi con l'inquinamento e in ordine agli interventi per la salvaguardia ambientale.
In riferimento ai riflessi che le caratteristiche idrogeologiche del bacino inducono sul locale ecosistema, si ritiene opportuno ricordare alcune, la cui importanza e' dovuta in particolare all'influenza che esse possono avere sulla vita e sull'evoluzione del lago.
Si puo' notare innanzitutto che l'assetto idrogeologico del bacino imbrifero e la litologia dei terreni che vi affiorano, caratterizzati da una permeabilita' globalmente molto ridotta, costituiscono elementi nettamente favorevoli nei riguardi del contenimento delle perdite del bacino;  grazie a queste caratteristiche si puo' infatti affermare che la quasi totalita' degli afflussi meteorici e' destinata a partecipare ( ovviamente al netto delle perdite) al ciclo di alimentazione del lago e cio' risulta particolarmente importante in questo caso, in cui il bacino ha dimensioni molto ridotte.
Dimensioni ridotte del bacino significano limitati afflussi al lago e cio' ovviamente rappresenta un elemento negativo per la "salute" di questo.
come gia' accennato in precedenza, i limitati afflussi comportano infatti tempi lunghi nel ricambio delle acque del lago con conseguenti possibilita' che si possano innescare il temutissimo fenomeno dell'accumulo progressivo del carico inquinante. Questo avviene in particolare nei livelli inferiori del corpo lacustre, dove il rimescolamento delle acque e' ostacolato per buona parte dell'anno dalla stratificazione termica, oltre che dalla scarsita' del vento.
Tutto sembra fare pensare che tale fenomeno di accumulo abbia probabilmente causato il repentino incremento del fosforo e dell'azoto nelle acque del lago di Monate alla fine degli anni settanta quando, nell'arco di circa tre anni, la concentrazione del fosforo aumento' da circa cinque a dieci volte, raggiungendo i 100 mg/l.
L'andamento mensile del bilancio idrico (fig. 11) fornisce utili indicazioni a questo riguardo, mettendo in evidenza che il periodo piu' critico del lago e' tra giugno e settembre, quando gli afflussi netti si riducono e le riserve idriche vengono drasticamente intaccate.
In merito all'origine del carico inquinante di cui sopra e, in particolare, del fosforo, si ritiene di poter escludere la provenienza per dilavamento dei suoli naturali, considerata la limitata estensione del settore extra-lacustre del bacino e tenuto inoltre presenti le caratteristiche litografiche dei terreni affioranti, sia rocciosi che incoerenti, privi di concentrazioni in fosforo.
Altrettanti si puo' affermare dei suoli agricoli che nell'area del bacino hanno una diffusione areale molto limitata.
Per quanto riguarda le pochissime industrie presenti nella zona e le attivita' artigianali, l'indagine appositamente condotta ha escluso ogni influenza di queste.
E' da ritenere pertanto, nell'insieme delle osservazioni effettuate, che la causa determinante del decadimento qualitativo delle acque del lago sia da ricercare nelle attivita' antropiche, la cui influenza negativa sull'ambiente si sarebbe accentuata in seguito all'incremento demografico registrato in loco e anche a causa dell'uso sempre piu' abbondante di sostanze, in primo luogo i detersivi, non propriamente innocui.